70° Festival shakespeariano: inaugura Gigi Proietti con “Edmund Kean”

 
 

Un esordio con uno degli attori più rappresentativi della scena nazionale per il 70° Festival shakespeariano, che prende il via il 4 luglio: sarà Gigi Proietti ad alzare il sipario, nei panni di “Edmund Kean” di Raymond FitzSimons (repliche il 6 e 7, ore 21.15).

Proietti cura anche la regia dell’opera scritta per il premio Oscar Ben Kingsley, un omaggio profondo al Bardo, un’occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare, qui celebrato attraverso il genio del teatro che fu Edmund Kean.

Paragonabile, per genio e sregolatezza, alle rock star degli anni Settanta, Kean (1787-1833) fu amatissimo dai poeti romantici e fu considerato un genio da Byron, da Victor Hugo e da Alexandre Dumas. Nel 1836 Dumas arrivò a dedicargli un testo teatrale, “Kean, ou désordre et génie”, rivisto da Jean-Paul Sartre nel 1953 e traslato in film nel 1956 da Vittorio Gassman. Il grande Proietti, interpretando Kean, farà rivivere, tra gli altri, Shylock, Riccardo III, Amleto, Macbeth e Otello. Personaggi che nel corso dei settant’anni del festival veronese sono stati interpretati da attori di prestigio tra cui Memo Benassi, Luigi Vannucchi, Enrico Maria Salerno, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Vittorio Gassman, Sergio Fantoni, Glauco Mauri, Eros Pagni, Gabriele Lavia, Franco Branciaroli, Moni Ovadia, Massimo Ranieri, Silvio Orlando e Alessandro Preziosi.

Solo nel suo camerino, Kean beve, si trucca e, soprattutto, interpreta e s’interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi; idolatrato dal pubblico e dalla critica, ascese, negli anni, dal ruolo di Arlecchino ai grandi personaggi shakespeariani, fino alla rovinosa decadenza per alcolismo.

Questo il ritratto che Masolino d’Amico fa di Kean in “Dieci secoli di teatro inglese 970-1980” (1981). «Il romanticismo fa il suo travolgente ingresso sulle scene con Edmund Kean (1787-1833). La non lunga ma smagliante carriera di questo genio sregolato, rovinato dagli eccessi e dagli scandali, era cominciata da bambino, figlio di attori itineranti. A Londra Kean si rivelò come Shylock in uno dei teatri senza licenza, nel 1814. Il grande critico William Hazlitt lo acclamò immediatamente, e scrivendo di lui due anni dopo lo accusò di avere distrutto per sempre “the Kemble religion”, ossia di avere reso impossibile ammirare i Kemble, dinastia di celebri attori inglesi, in particolare John Philiph Kemble e sua sorella Sarah Kemble. Diretto erede di Garrick nella gestione del Drury Lane, fu il capofila degli actor-managers ottocenteschi. Kean era piccolo, ben proporzionato, acrobatico, intenso, se non addirittura magnetico. Portò nella recitazione una passione, una foga, irresistibili. Declamava a folate e Coleridge disse che “vederlo recitare era come leggere Shakespeare alla luce dei fulmini”. Allo stesso tempo era agile, aggraziato, elegante. Fu la prima star nel senso moderno: Kemble e Mrs. Siddons guadagnavano trenta, trentacinque sterline la settimana. Kean prendeva cinquanta sterline a sera, e riempiva il teatro. Dopo la sua scena di furore in A New Way to Pay Old Debts di Massinger (al Garrick Club c’è ancora un suo famoso ritratto nelle vesti di Sir Giles Overreach) svenne persino un’attrice in scena, mentre nel suo palco Byron fu preso da convulsioni. Kean fu una meteora: già nel 1820 la sua carriera cominciò a essere intralciata dalle sbornie e dai processi. Fece tournées in America, non prive di incidenti, e, in carattere con se stesso, morì – conclude d’Amico – in seguito a un attacco che lo aveva colto mentre recitava, ormai in declino, nel 1833».

Lo spettacolo, prodotto da Politeama, si avvale delle musiche di Fiorenzo Carpi, del disegno luci di Umile Vainieri e delle scene e costumi di Cappellini & Licheri.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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