Verso l’obbligo vaccinale, “Draghi venga a spiegarlo ai dipendenti senza green pass”

 
 

«È possibile sospendere un dipendente privo di green-pass? Chi paga il dipendente sospeso? E come lo sostituiamo visto che già il settore fatica a trovare personale?».

Secondo l’associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca., oltre 2mila attività rappresentate in tutta la regione, la possibile estensione dell’obbligo vaccinale per i dipendenti del settore privato oltreché del pubblico, ventilata da Draghi nella conferenza stampa del 2 settembre, sarebbe «l’ulteriore decisione economicida imposta tra gli altri al nostro settore, che già attesta perdite di fatturato del 40% a fronte di aiuti insufficienti e tasse che bussano regolarmente alla porta: parliamo oltretutto di una decisione inutile nell’ottica di combattere il contagio».

Riflette Alessia Brescia, portavoce dell’associazione, che «i dati regionali dicono che ad avere almeno una dose di vaccino è il 70 per cento della popolazione e secondo il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, entro fine mese il dato italiano toccherà l’80 per cento: esiste una fetta di popolazione di cui tenere conto e la cui opposizione al green-pass sta già facendo sentire il proprio effetto sull’economia. Bisogna anche considerare le conseguenze dell’obbligo del green-pass per le consumazioni al chiuso anche nella fascia d’età tra i 12 e i 18 anni, visto che la vaccinazione dai 12 anni in su è partita da poco».

Lo scenario autunnale, quando i plateatici non saranno più uno “sfogo”, vedrà i ristoratori«costretti ad affrontare ulteriori problemi di natura economica ma anche organizzativa. Con l’obbligo del green-pass esteso ai dipendenti del settore privato, oltre agli interrogativi già posti se ne solleverebbero mille altri: chi pagherebbe i tamponi del dipendente che volesse continuare a lavorare senza vaccinarsi, ad esempio? Per tutti questi motivi, dopo aver rispettato ogni regola imposta da Roma sulla sicurezza e i distanziamenti, ci troviamo a ribadire il nostro no all’obbligatorietà del green-pass nei locali, misura contro cui abbiamo lanciato l’hashtag #iononcisto raccogliendo quasi 5mila firme in un mese tramite la petizione online lanciata sul sito http://change.org».

 
 

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