Vapitaly 2016 healthy&green: vaping terapeutico, liquidi bio e i trend aromatici

 
 

Attenzione alla salute, attenzione all’ambiente: le nuove frontiere del vaping sono terapeutiche e green. Vapitaly 2016 registra oltre ottomila presenze, con una spiccata percentuale di visitatori giovani: le nuove generazioni sapranno certamente prendere con più consapevolezza le distanze dal fumo dannoso e vivere esperienze aromatiche piacevoli e non nocive, attraverso il vaping, che sta affinando sempre più le sue caratteristiche più importanti, ovvero quelle legate alla salute del consumatore.

Sempre più aziende certificate, sempre più diffuso l’uso di materie prime di origine biologica e garantita.  Il convegno di domenica 29, contestualmente a tale aspetto particolarmente evidente in questa edizione, ha approfondito “Le nuove frontiere del vaping terapeutico”, illustrando le potenzialità in campo medico con l’onorevole Rita Bernardini, il dott. Carlo Ghisalberti del Dipartimento di Scienze biomediche Università di Milano, il prof. Riccardo Polosa, presidente del CEN, Comitato Europeo di Normazione con il compito di sviluppare standard tecnici di qualità e sicurezza per la produzione e la vendita di sigarette elettroniche in Europa, e il consigliere comunale di Verona Giorgio Pasetto.

La nebulizzazione è terapia già utilizzata nel mondo medicale attraverso gli aerosol, d’altra parte i dispositivi elettronici del vaping altro non sono che aerosol portatili. Con la consueta schiettezza, Polosa ha commentato: «Diciamocelo: a nessuno piace farsi di punture o pillole e il vaping può essere una positiva alternativa per la somministrazione farmacologica». E sul cconvegnoontroverso argomento cannabis, legalizzazione o no, «penso che se si riesce ad ottenere risultati utili nel controllo del dolore attraverso una somministrazione regolata, misurata, scientifica, tombola!».

Altro momento che ha attirato un folto pubblico, il convegno di lunedì 30, “Comunicazione e pubblicità in regime di Tpd”, la nuova Direttiva europea sui tabacchi, ha fatto il punto sulla situazione attuale, alla luce dell’entrata in vigore – dal 20 maggio – della nuova legislazione. Ne hanno parlato Massimiliano Nicodemo (avvocato, per anni ha sostenuto e difeso le aziende del vaping in sede giudiziaria, accompagnandole passo dopo passo durante il lungo iter dei ricorsi amministrativi), Michelangelo Tagliaferri (fondatore dell’Accademia di Comunicazione di Milano, maestro di generazioni di professionisti della pubblicità e del marketing, è stato responsabile della campagna antifumo dell’allora ministro Sirchia) e il già citato Riccardo Polosa.

 

A livello di comunicazione – ha detto Tagliaferri – bisogna interrompere il circuito perverso dell’ambiguità che lega l’e-cig alla sigaretta. Non abbiamo niente a che fare con la sigaretta, con il fumo e solo, quando lo si desidera, con la nicotina. Qui siamo di fronte ad un consumo diverso, a necessità diverse e a libertà diverse. Spesso questa tecnologia viene utilizzata per allontanarsi dal fumo e, se si riescono a evitare le morti legate al fumo, sarà valsa la pena di comunicare questo mondo».

Il professor Polosa ha chiarito: «Quando si parla di tabacco, il problema non è la nicotina, ma la combustione e il cocktail mortale di sostanze dannose che vengono liberate dal fumo di sigaretta. La nicotina, da sola, non causa il cancro, né provoca malattie respiratorie. Nei dispositivi elettronici delle e-cig non c’è combustione, né è previsto l’uso del tabacco».

Inoltre «i  dati statistici ed epidemiologici hanno dimostrato che le e-cig hanno aiutato a smettere di fumare 5 milioni di persone negli Stati Uniti e 1,5 in Inghilterra. Sono dati di grande interesse per chi si occupa di salute pubblica».

L’intervento dell’avvocato Nicodemo si è concentrato, invece, sulle nuove norme introdotte dalla Tpd, in tema di comunicazione. «Il legislatore – ha precisato – stabilisce l’impossibilità di pubblicizzare le sigarette e elettroniche e i prodotti per lo svapo, su stampa, radio e televisione, anche tramite la sponsorizzazione di programmi o eventi, mentre esclude questo divieto per Internet, dove è possibile pubblicizzare prodotti per le aziende, ma non venderli contemporaneamente. Da verificare, come la giurisprudenza interpreterà questo diverso trattamento. Per negozi e punti vendita, invece, è possibile farsi pubblicità, esattamente come avviene per gli altri tipi di negozi, attraverso i media e le affissioni».

Salute in primo piano, dunque, a Vapitaly. Ne è un esempio, sul versante aziendale, la storia di Alfaliquid, fabbricante numero uno in Francia, primo ad entrare nel business del settore, nel 2008, e detentore di oltre il 55% del mercato nazionale. Ebbene: nel 2005 Didier Martzel, ingegnere elettronico, applica la sua professionalità all’elaborazione di un modello di e-cig che, riprendendo forma e gestualità, non crei tuttavia il danno della combustione, il tutto pensando a come allontanare i figli, fumatori, dalla sigaretta tradizionale. Ne nasce un brevetto, che però, nella sua fase di ottimizzazione tecnica, viene bruciato sul filo dai cinesi. Poco male: Didier continua (e oggi quasi ci siamo) il perfezionamento del suo brevetto e, intanto, crea un colosso nella produzione di liquidi che attualmente conta 180 dipendenti e lo vede al timone, con la moglie Danielle al marketing e p.r., il figlio Olivier tecnico di produzione, sicurezza e qualità e il figlio Xavier, biologo aromatiere (il che si traduce in 140 e-liquids suddivisi in quattro linee: tobacco, cocktails, greedy e fruity flavours). Valore aggiunto: nel 2010, per fronteggiare la produzione cinese, Didier identifica la sua come 100% made in France, garantendo limpida tracciabilità e certificando il liquido FR-M con nicotina, potendo così,  unico al mondo, stamparne l’etichetta senza il temibile pittogramma del teschio. La ricerca nei laboratori interni, la certificazione da parte dell’Istituto superiore di sanità francese ed il medesimo risultato è in corso d’opera anche per gli altri liquidi dell’azienda.

IMG_7853

Altre flash news: si è registrato lo sbarco in Italia, attraverso VIP, di Liquideo, marchio fra i top francesi nei liquidi. Tra gli espositori che hanno fatto più strada per partecipare a Vapitaly, Borong Vape, dalla Malesia: forte nel mercato locale e russo, ora si prepara ad affrontare quello europeo, partendo dall’Italia.

Golose e invitanti le proposte del colosso US Vaping, distributore multibrand con sede madre a Los Angeles e sede europea a Parigi, per la prima volta a Vapitaly: i vapori al latte e cioccolato ricordano qualcosa di prelibato…

Se l’anno scorso erano infinite, ora di più! Le varianti dei liquidi accontentano tutti, orientando il trend attuale alle combinazioni, ai mix; non mancano raffinate declinazioni artistiche, vedi ad esempio il progetto Vaporartists, che riunisce artisti degli aromi con quelli della pittura contemporanea nella realizzazione di quattro flaconi in vetro, inseriti in latte serigrafate, per una linea che comprende hoconoisette, kelawa, hera e fruttopia, per spaziare dal tabacco alle creme.

«Eravamo usciti più che soddisfatti dall’edizione dello scorso anno, avevamo alzato le aspettative per questa – dichiara Mosè Giacomello, presidente Vapitaly – e siamo andati anche oltre: vedo che aumenta non solo l’interesse, ma anche la consapevolezza delle caratteristiche positive del vaping.Gli incontri di oggi hanno fornito chiarimenti sugli aspetti legati alla comunicazione, perché non stiamo più parlando di sigaretta, ma di un mondo nuovo che va comunicato in modo diverso, e  hanno mostrato che ci sono spazi di crescita per chi commercia e opera nel settore.  Non possiamo che guardare con ottimismo al 2017 e ringraziare tutti i partecipanti dall’Italia e dall’estero, che hanno confermato l’apertura e la valenza internazionale di questa fiera».

www.vapitaly.com

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here