Unioni Civili, c’è già chi vuole il referendum abrogativo

 
 

Ci sono alcuni temi che in Italia sono sempre stati molto difficili da affrontare in modo sereno; vuoi perchè a Roma c’è il vaticano, vuoi per un atavico attaccamento alle espressioni più conservatrici della Religione Cattolica. Spesso, anzi sempre, si è passati dal confronto tra le varie posizioni a scambi di accuse pesanti, come è stato durante il dibattito parlamentare sul Disegno di Legge Cirinnà. Nel momento in cui il provvedimento è stato approvato, subito si è alzata la voce di chi ha parlato di “morte della Democrazia”, dichiarando che immediatamente sarebbe partita la raccolta delle firme necessarie per richiedere l’indizione di un referendum abrogativo.

Risulta abbastanza evidente che il personaggio in questione, Massimo Gandolfini, quello del Family Day, quello che dichiarò di aver portato a Roma milioni di persone, rivelatesi poi in realtà un decimo di quanto trionfalmente dichiarato, ha delle malcelate aspirazioni politiche. Chiaro che punterà a raccogliere le firme all’uscita delle messe domenicali, continuando così la sua operazione di costruzione di un consenso personale, che poi andrà ad offrire a qualche forza politica di centrodestra. Ma qui sorge un dubbio: prima di questo eventuale referendum, si andrà a votare per uno già fissato in ottobre, dove, tra le varie norme contenute, risulta esserci quella che in qualche modo favorisce il raggiungimento del quorum e che così potrebbe favorire il disegno di cancellare la legge appena varata. Infatti nella Legge Boschi, qualora si raccolgano almeno 800.000 firme, il quorum andrà riferito non più all’intero corpo elettorale, bensì ai votanti effettivi delle ultime elezioni politiche; certamente più facile da raggiungere, al di là di come possano esprimersi nel voto i cittadini.

Ma il centrodestra, quasi compatto, si è già pronunciato per il “No” alla Riforma costituzionale prevista nella Legge Boschi; a questo punto Gandolfini e soci come si comporteranno? Sicuramente un bel dilemma, che probabilmente risolveranno trasformando entrambe le questioni in una richiesta di firmare e votare contro il Governo. Sarà un bel dilemma in una partita tutta politica, dove il nostro si è già ben collocato.

Occorre però ricordare che gli italiani sono molto più laici di quanto si voglia far credere, lo hanno dimostrato nel 1974 con il voto sul Divorzio e nel 1981 con quello sull’aborto; non si sono mai pronunciati sulla legge 40, quella della fecondazione assistita, perché la Corte Costituzionale ha provveduto a smantellarla con le sue sentenze. Di questo la CEI è ben consapevole e proprio per questo frena sulla raccolta firme, ma l’opportunità per i Family Day boys è troppo ghiotta, le elezioni politiche si stanno avvicinando e, se a ottobre il referendum costituzionale avrà successo, le poltrone diventeranno meno numerose, perciò è urgente accreditarsi. C’è da scommettere che anche a Verona tra qualche giorno sorgerà un comitato ad hoc

Lorenzo Dalai

 
 
Lorenzo Dalai, nato a Verona, laureato in filosofia, sono sposato con Marilisa e ho tre figli. Sono stato responsabile dell’organizzazione aziendale di una catena di supermercati e Consigliere provinciale dal 2009 al 2014. Dal 1980 al 1988 Consigliere nazionale della Federazione Italiana Canoa Kayak, Attualmente Consigliere comunale ad Erbezzo.

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