Un protocollo per proteggere la futura TAV scaligera dalle mafie

 
 

Un investimento dal costo complessivo stimato in circa 4,8 miliardi di euro da Milano a Venezia.
340 aziende impegnate nel solo tratto Verona-Padova, 530 milioni di euro di contratti sottoscritti già alla fine dello scorso mese di aprile, quando i cantieri sono entrati nel vivo.

Sono i numeri della linea Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria, un’opera prioritaria per la mobilità del Nord del paese, che si prevede sarà ultimata nel 2026.
Numeri che fanno gola, anche alla criminalità organizzata, sempre pronta a sfruttare queste occasioni di grandi opere per cercare di insinuarsi negli appalti.

Con questo obiettivo il Prefetto di Verona Donato Cafagna ha sottoscritto con i referenti di Rete Ferroviaria Italiana due protocolli di legalità.
Si tratta nel dettaglio dei protocolli per la progettazione esecutiva e la legalizzazione, sul nodo di Verona, del nuovo ingresso Est sulla tratta dell’alta velocità e del nuovo ingresso Ovest, tratta Verona-Brescia, della Stazione Ferroviaria di Porta Nuova.

L’intesa è stata sottoscritta con Luigi De Amicis e Ivan Baroncioni di RFI Spa, presenti anche i rappresentanti provinciali delle Forze di Polizia e della Dia.

 
 

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