Sciopero Generale dei settori privati, adesione molto alta

 
 

Grande partecipazione, al di là delle più rosee aspettative, per la manifestazione e il corteo promosso da Cgil e Uil Verona nell’ambito dello sciopero generale dei settori privati (manifattura, servizi, agricoltura) indetto dalle medesime sigle a livello nazionale.
Oltre 3 mila lavoratrici e lavoratori hanno sfilato da piazza Cittadella per le vie del centro. Il lungo serpentone ha cominciato a dipanarsi soltanto a metà della Valverde per poi occupare, più avanti lungo il percorso, un tratto considerevole di corso Porta Nuova.
Alta l’adesione allo sciopero in fabbriche e negli altri luoghi di lavoro, specialmente nell’ambito della medio grande impresa dove la sindacalizzazione è tradizionalmente più radicata, come confermano anche i presidi promossi fin dalle prime ore del mattino da alcune categorie sindacali davanti ad alcuni dei principali stabilimenti produttivi della provincia di Verona.
Sono stati tantissimi oggi i lavoratori e le lavoratrici veronesi che si sono astenuti dal lavoro in segno di consenso rispetto alle rivendicazioni del sindacato che chiede al governo un radicale cambio di passo a partire dalla manovra economica di fine anno.
Durante il comizio finale è stata letta una toccante testimonianza sul tema della violenza sulle donne e dei femminicidi, altro aspetto vergognoso purtroppo ancora presente nella nostra quotidianità.

“Salari, pensioni, servizi pubblici sono i temi che devono tornare in cima all’agenda politica e tramutarsi in provvedimenti che promuovano l’equità e la giustizia sociale” è il commento di Francesca Tornieri, segretaria generale Cgil Verona e di Giuseppe Bozzini, coordinatore provinciale di Verona Uil Veneto. “Questo sciopero ha fatto emergere il profondo malessere dei lavoratori, rimasti contrariati e talvolta anche delusi per il mancato recupero del potere d’acquisto dei salari che i ritocchi di aliquota Irpef e la misura temporanea della decontribuzione, non sono in grado di mantenere. Da ormai 10 anni le retribuzioni dei lavoratori non crescono, E’ urgente tornare a dare valore al lavoro, rilanciare la contrattazione collettiva detassando i premi di risultato. Basta con i salari ‘poveri’” aggiungono i leader sindacali.
“Bruciante è poi la delusione sulle pensioni, laddove la manovra economica del governo alza l’asticella per tutte le pensioni anticipate e dimostra chiaramente la volontà di andare a toccare anche i diritti acquisiti. Non si può continuamente coprire le difficoltà di bilancio facendo cassa con i soldi dei pensionati” sottolineano. “Tra i giovani è viva la preoccupazione per l’accresciuta precarietà del lavoro determinata dalla liberalizzazione delle causali dei contratti atipici o a tempo determinato che allontana la possibilità di un contratto stabile. Il Governo tenta di far crescere l’occupazione aumentando precarietà e povertà lavorativa” concludono.

 
 

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