“PIL Verona” in crescita nel secondo trimestre. “Export giù, attendiamo nuovo Governo”

 
 

Nel secondo trimestre del 2022 la produzione veronese cresce del 3,4%, meno delle prospettive che la davano +5,7%.

Lo rileva una nota di Confindustria Verona che evidenzia come il perdurare del conflitto russo-ucraino e le criticità legate al rialzo dei prezzi energetici e all’inflazione affievoliscono lo slancio rispetto alla scorsa rilevazione, ma il risultato resta buono alla luce del contesto attuale.
Di riflesso diminuisce anche il numero di imprese che dichiara una produzione in aumento (50% vs. 56% della scorsa rilevazione) e rallentano le prospettive per il terzo trimestre, pur se positive (+2,5%).
Positivo l’andamento delle vendite interne (+5,8%) e dell’export Ue (+9,6%), anche se in rallentamento rispetto ai risultati rilevati a inizio anno (rispettivamente +7,5% e +13,9%).

Subisce invece una brusca frenata l’export extra-Ue, che si ferma all’1,83% contro l’11,4% registrato nella scorsa rilevazione. A pesare è la debolezza del commercio mondiale, condizionato da dinamiche al ribasso in diversi mercati di sbocco: dimezzate le vendite in Russia, in ampio calo quelle in Cina e Giappone.
Positivi gli ordini, che aumentano del 6,9% in linea con le previsioni.
Stabile la situazione per i pagamenti, normali per l’82% delle aziende.
Liquidità buona o normale per l’80% delle aziende (87% nel primo trimestre 2022).

Si raffreddano i prezzi di materie prime e prodotti finiti rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre del 2022. Per le materie prime la variazione, se pur più contenuta, resta comunque significativa (+15,8%) ed erode i margini aziendali dal momento che le imprese ritoccano solo in parte i listini.
L’aumento dei prezzi dei prodotti finiti è infatti dell’8,5%.

In un contesto difficile la nostra economia continua a crescere. Sono convinto che si tratti di una sorta di effetto Draghi” ha osservato il presidente di Confindustria Verona, Raffaele Boscaini. “Solo lo standing di Mario Draghi, infatti, ha potuto dare al nostro Paese fiducia e soprattutto credibilità – ha spiegato -. Una credibilità data dai fatti. Il raggiungimento di tutti i 45 obiettivi fissati dal PNRR per giugno e le riforme avviate sono stati la garanzia che ha permesso al nostro Paese di arrivare a risultati importanti. Il PIL italiano è cresciuto nel secondo trimestre del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2021; e l’occupazione sempre a giugno ha superato il 60%, record che non si vedeva dal 1977”.
A fronte di queste credenziali il Governo Draghi non ha superato l’estate e per l’ennesima volta ci troviamo ad affrontare una campagna elettorale estiva e, passati questi due mesi, sarà necessario formare il prima possibile un nuovo Governo, sarà necessario dare stabilità al Paese e dare seguito al percorso intrapreso. Servirà coesione, serietà e credibilità e una campagna elettorale violenta credo sia la peggiore premessa per tutto questo. Quello che i numeri ci stanno trasmettendo, infatti, è una sorta di situazione sospesa che pur se positiva sta lentamente peggiorando ed è una rotta che deve essere invertita” ha concluso Boscaini.

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here