PD: “Corte dei Conti certifica l’indebolimento della Fondazione Arena”

 
 

“Attualmente, oltre alle 8 Fondazioni assoggettate a Piano di rientro, alcune delle quali in situazione di deciso miglioramento, vi è almeno la Fondazione Arena di Verona che presenta una situazione patrimoniale e di bilancio tale da far pensare che essa possa optare per il ricorso alle procedure di risanamento appena riaperte dalla legge di stabilità per il 2016”.

Queste le conclusioni a cui è giunta la Sezione Controllo sugli Enti della Corte dei Conti nel suo rapporto annuale sullo stato delle Fondazioni lirico-sinfoniche pubblicato giovedì scorso.

“Poiché l’attività di verifica della magistratura contabile si basa sui bilanci 2014 e 2013 – commenta il capogruppo Pd Michele Bertucco – il meno che si può dire è che un management locale più avvertito avrebbe dovuto giungere a conclusioni se non uguali, per lo meno simili, già da un anno, cominciando contestualmente mettere mano alle attività di dubbia utilità come museo Amo e Arena Extra.

Invece, ancora nel dicembre 2015, Sindaco e Sovrintendente, chiamati a rispondere in Consiglio comunale alle preoccupazioni dei lavoratori e dell’opposizione, avevano escluso ogni criticità e persino l’eventualità di aderire alla Legge Bray.

I due anni persi a far credere alla città che tutto stesse andando per il meglio malgrado le evidenze suggerissero il contrario sono stati decisivi nell’acuire la crisi della Fondazione Arena e ora bisogna correre recuperare il tempo perduto”.
“L’opera di risanamento deve ora passare per la riduzione degli sprechi e il recupero di competitività anche a livello di management – aggiunge il consigliere Eugenio Bertolotti – a questo proposito attendiamo dal Sindaco risposta in merito ad una interrogazione sull’utilizzo dell’anfiteatro Arena.

Un mese e mezzo fa gli avevamo chiesto se anche quest’anno i Music Awards avrebbero beneficiato dell’uso gratuito dell’Arena.

La competizione si è svolta ma il Sindaco non ci ha ancora risposto. Nella situazione in cui ci troviamo tutta questa opacità e questa discrezionalità nell’utilizzo di beni pubblici non è più tollerabile”.

 
 

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