L’importanza dell’educazione per un nuovo modello di sviluppo economico

 
 

“Stiamo vivendo una battaglia per le nostre vite, ma si tratta di una battaglia che possiamo vincere”. Così Antonio Guterres, segretario generale della Nazioni Unite, definisce la lotta alcambiamento climatico. Una sfida ardua, quindi, ma che è ancora possibile superare, perché l’esito finale dipende da noi. Per contenere l’effetto del riscaldamento globale a +1,5°C fino alla fine di questo secolo abbiamo però bisogno, secondo l’Onu, di “cambiamenti rapidi, di ampia portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società”, dal settore privato agli enti pubblici, dalle associazioni ai cittadini. 

La storia recente dimostra infatti che l’attuale sistema diproduzione e consumo – fondato sulla dinamica lineare “estrai-produci-usa-getta” – non è più sostenibile. I due terzi dell’aumento della temperatura globale di 1°C negli ultimi 100 anni si sono infatti verificati a partire dal 1975; mentre, dal 1980 è raddoppiata, a livello mondiale, la quantità di risorse estratte annualmente. Per continuare a garantire la vita sulla Terra, è necessario adottare nuovi modelli di economia circolare, che puntino a ridurre al minimo il prelievo di risorse e a renderne sempre più efficiente l’uso. Abbiamo quindi bisogno di soluzioni innovative, che tocchino da vicino tutti gli ambiti della nostra vita, promuovendo il riutilizzo, la riparazione, la condivisione, il riciclo: meno materie prime, meno rifiuti e, di conseguenza,minori emissioni per un minor impatto sull’ambiente.

Raggiungere questi obiettivi richiede uno sforzo collettivo: imparare a vivere, produrre e consumere in modo diverso. L’educazione è una leva essenziale per imprimere questa svolta: attori pubblici e privati, profit e non profit, cittadini e imprenditori necessitano di nuove conoscenze per acquisire una maggiore consapevolezza, da tradurre poi in stili di vita e azioni concrete. Proprio per accelerare e supportare questo processo, Fondazione Cariverona ha deciso di lanciare il bando Format – Educareall’economia circolare. 

L’iniziativa, giunta alla quarta edizione, mette a disposizione 1,5 milioni di euro per sostenere progetti di educazione, formazione ed empowerment (aumento del potere di scelta e della responsabilità) sui temi dell’economia circolare. Il bando individua alcuni ambiti d’azione strategici: responsabilizzazione e mobilitazione dei giovani consumatori; sviluppo delle capacità di educatori e formatori; accelerazione delle azioni locali per valorizzare le iniziative già presenti e attivare la comunità. 

Adottando un approccio sistemico, i progetti – da presentare entroil 5 luglio 2024 – sono chiamati a produrre una buona pratica di produzione e/o consumo circolare, dai nuovi modelli di impresa alle informazioni sui prodotti acquistati: un lascito prezioso, destinato a generare un impatto positivo anche nel medio-lungo periodo. Tutte le proposte dovranno inoltre essere accompagnate da una fase ben curata di disseminazione. Un passaggio fondamentale perché il racconto dei risultati ottenuti possa essere di ispirazione per tutta la comunità, generando a cascata altrebuone pratiche e circoli virtuosi.

“La crisi climatica ci spinge a un forte ripensamento dei nostri modelli di produzione e dei nostri stili di consumo – ha commentato Bruno Giordano, presidente della Fondazione – È necessaria una transizione profonda, non più rimandabile.Vogliamo accompagnare i territori in questa delicata fase, promuovendo l’educazione alla sostenibilità come chiave per il rafforzamento di una nuova economia circolare. Le buone pratiche che nasceranno grazie al coinvolgimento degli attorilocali accelereranno il cambiamento, aprendo la strada verso uno sviluppo alternativo per il futuro delle nostre comunità”.

In accordo con la legislazione vigente, il bando identifica alcune filiere strategiche per lo sviluppo di buone pratiche circolari. Il progetto, della durata massima di due anni, dovrà essere infatti collegato a uno di questi ambiti: imballaggi e materie plastiche, prodotti e manufatti dell’industria tessile, materiali e prodotti dell’industria delle costruzioni, prodotti e sistemi alimentari,apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli e batterie. 

L’iniziativa della Fondazione stimola inoltre la cooperazione tra attori del territorio per dare vita a vere e proprie comunità di apprendimento. L’educazione alla sostenibilità (a scuola, in famiglia, sul lavoro, ecc.) è infatti un processo complesso che richiede la collaborazione di tutti. Anche per questo motivo iprogetti – che si svolgeranno nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova, Ancona – devono essere presentati da reti di soggetti pubbliche, private o miste, con attori sia profit che no profit. 

Le proposte educative potranno avere, infine, diversi destinatari: non solo giovani, ma anche consumatori, imprenditori, società civile, istituzioni pubbliche e private in generale. Per vincere la“battaglia per le nostre vite” è infatti necessario il contributo di tutti, perché solo insieme è possibile completare la transizione damodelli economici lineari a circolari, garantendo un futuro al Pianeta.

 
 

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