Dall’AIFA arriva l’ok al potente monoclonale “veronese” Evusheld

 
 

La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha autorizzato l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale Evusheld (tixagevimab e cilgavimab) nel trattamento precoce di soggetti con infezione da SARS-CoV-2 a rischio di una forma grave di COVID-19.

A renderlo noto è l’Agenzia del Farmaco in una nota pubblicata nella serata di ieri.
Finora il medicinale era disponibile solo per la profilassi pre-esposizione in soggetti ad alto rischio.
Con questo allargamento di indicazione l’AIFA – si legge nella nota – “rende disponibile un’opzione terapeutica per via intramuscolare per i soggetti nei quali la prescrizione dei farmaci antivirali e degli anticorpi monoclonali autorizzati è considerata inappropriata dal punto di vista clinico e/o epidemiologico (in relazione alla circolazione delle varianti virali)“.

La decisione dell’AIFA di autorizzare Evusheld per il trattamento dei pazienti con COVID-19 anticipa la valutazione dell’EMA che sarà completata a settembre 2022, e si basa sia sui risultati degli studi clinici già pubblicati sia sulla analisi ad interim (su circa 450 pazienti) di uno studio multicentrico in corso in Italia (Mantico-2, coordinato dalla professoressa Evelina Tacconelli dell’Università di Verona), finanziato dall’Agenzia con l’obiettivo di confrontare tre diverse alternative (Evusheld, Paxlovid e Xevudy) nel trattamento precoce dei pazienti con COVID-19.

Evusheld è stato pertanto inserito nell‘elenco dei farmaci erogabili a carico del SSN.
La determinazione è stata pubblicata in data di ieri – martedì 2 agosto – sulla Gazzetta Ufficiale e avrà effetto a partire da oggi.

 
 

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