Corte conti, Tributi comunali: per la mancata riscossione risponde l’amministratore locale. E l’IMU sulle cave?

 
 

“La gestione inefficiente dell’ufficio tributi che determina il mancato incasso delle entrate comunali, a causa dell’inefficiente azione da parte dell’Ufficio tributi comunale, produce la responsabilità non soltanto per il personale dirigenziale, ma anche per gli amministratori”. Questo è quanto ha stabilito la Corte dei conti, Sezione Giurisdizionale dell’Umbria con la Sentenza n. 62/2022, che ha condannato sindaco, assessore e dirigenti, compreso l’Amministratore della società partecipata, a rifondere il Comune per il vuoto creato nella casse comunali


La gestione inefficiente dell’ufficio tributi, che determina il mancato (o insufficiente) incasso delle entrate comunali, comporta la responsabilità non soltanto per il personale dirigenziale, ma anche per gli amministratori. È quanto emerge dalla Sentenza n. 62/2022 della Corte dei conti, Sezione Giurisdizionale dell’Umbria, che ha condannato sindaco, sssessore e dirigenti, compreso l’Amministratore della società partecipata, a rifondere il Comune per il vuoto creato nella casse comunali.

Fatto. Con atto di citazione la Procura regionale ha evocato in giudizio il sindaco, l’assessore, i dirigenti e i funzionari amministrativi pro tempore del Comune di Terni, per sentirli condannare al pagamento di € 599.301,00, in favore dell’ente locale, per una gestione inefficiente del servizio tributi determinante il mancato incasso della TARI relativamente all’anno 2014. Al sindaco e all’assessore è imputato di aver proposto e contribuito all’approvazione di un quadro regolamentare caotico ed equivoco. Ai dirigenti e funzionari amministrativi è stata imputta invece l’adozione di pareri favorevoli rispetto alle delibere di giunta, la mancata adozione di provvedimenti idonei ad attuare una efficiente gestione del servizio.

Nella decisione della Corte dei Conti si legge che: “La corretta gestione delle entrate è fondamentale per l’ente locale anche per perseguire un bilancio in equilibrio ed obiettivi di sana finanza  ubblica locale. Nei fatti, invece, la inefficiente gestione amministrativa ha provocat un buco delle entrate con ricdute sun bilancio del Comune di Terni”. Con tale presupposto la Sezione giurisdizional ha configurato la responsabilità, con evocazione in giudizio, per:

• gli amministratori comunali per non aver approvato un quadro regolamentare puntuale in grado di definire compiutamente il riparto di compiti e le competenze tra Comune e società partecipata, risultando invece, caotico e incerto;
• i dirigenti e funzionari amministrativi in quanto non si sono attivati per sollecitare i chiarimenti necessari, né hanno agito per la riscossione delle somme dovute dai contribuenti.

I giudici contabili inoltre, si legge nella Sentenza, qualificando la natura dell’illecito contabile quale debito di valore, hanno addebitato gli interessi legali sulla somma rivalutata da corrispondere anno per anno, dal momento della liquidazione.

Quanto statuito dalla Corte dei conti porta alla conseguente riflessione che la riscossione delle entrate locali diventa un obbligo per l’ente non solo sotto il profilo del “fare”, ma del “fare bene”. Ma non solo, con una lettura estensibile alla nozione del bene comune (o pubblico) per la Corte trattasi di danni a beni che non appartengono solo al patrimonio dello Stato bensì ma a tutti i membri della società.

Proprio nel solco di tale Sentenza ricordo che nonostante due distinti accessi agli atti (2020 e 2022) nei quali avevo chiesto, all’Ufficio Unità Organizzativa Tributi Accertamento Riscossioni- Ufficio IMU/ICI/TASI del Comune di Verona, se I concessionari delle cave (1)attualmente attivi nel Comune di Verona, ovvero quelli indicati nella sezione Georisorse della Regione Veneto, avessero o meno correttamente corrisposto il tributo e, in caso negativo, se il Comune di Verona ha attivato la pretesa economica nei loro confronti”, nulla ancora è stato fatto (qui ultimo articolo).

A marzo 2022 il Dirigente della Unità Organizzativa Tributi Accertamento e Riscossioni mi ha così risposto: “In merito all’oggetto, si comunica che la Direzione Tributi ha già iniziato ad avviare una analisi sul territorio del Comune di Verona, relativa ai lotti di terreno adibiti a cava, siano essi cessati o in attività. L’analisi comparativa, effettuata tra gli elenchi pubblicati dalla Regione e i rilievi aerei dei programmi informatici in uso, sta contribuendo a identificare i riferimenti catastali delle aree in oggetto al fine di definire il loro valore. Nel corso dell’anno sarà possibile dare concreta attuazione alle attività consistenti in accessi, ispezioni e verifiche necessari e prodromici all’emissione di eventuali titoli esecutivi”.

L’assessore Luisa Ceni ed il Sindaco sono avvertiti.

Alberto Speciale

(Foto di copertina ‘Cava Ferrazza’, Montorio)

1Elenco Cave attive nel Comune di Verona:

1-2) * CASONA e BERTACCHINA – BIONDANI T.M.G. SPA;
3)    * STRADA RODIGINA – CALCESTRUZZI DANESE SPA;
4)    * LA RIZZA – ECODEM SRL;
5)    * FERRAZZA – PAGANI CALCESTRUZZI;
6)    * CA’ FACCI – PRATI SAS DI PRATI SERGIO E C.;
7)    * FERRAZZE – SEGALA SRL.

 

 
 
Classe 1964. Ariete. Marito e padre. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa ed amante della trasparenza. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. Ex triatleta in attesa di un radioso ritorno allo sport.

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