Assalto al carcere degli Scalzi: cerimonia per il 73° anniversario

 
 

Oggi, lunedì 17 luglio, in via Scalzi (porta Palio) si celebra la cerimonia per il 73º anniversario dell’assalto al carcere degli Scalzi; ritrovo alle ore 17 al monumento di Don Chiot, dove verrà deposta una corona. Dopo l’esibizione del coro “Voci della Ferrata”, il corteo si dirigerà al cortile dell’ex carcere, per commemorare gli eroi dell’assalto sotto il cippo a loro dedicato; seguiranno la deposizione di una corona, gli onori militari, il saluto dell’assessore comunale Edi Maria Neri ed il discorso conclusivo dell’oratore ufficiale della manifestazione, Olinto Domenichini, docente università di Verona.

Il sito – L’edificio nasce tra 1666 e 1750 come convento dell’ordine dei Carmelitani scalzi, adiacente alla chiesa, soppresso nel 1806 per decreto napoleonico e convertito in carcere dal 1883 al 1945.

La storia – Nel settembre 1943 Verona fu scelta come sede del Tribunale speciale per il giudizio dei 19 membri del Gran consiglio del fascismo che avevano votato l’ordine del giorno Grandi il 25 luglio, portando alla caduta e l’arresto di Mussolini. Il primo piano dell’edificio fu sgombrato dagli altri detenuti, per accogliere il gruppo, ma poi solo sei dei diciannove vi permasero: Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, Giovanni Marinelli, Carlo Pareschi, Luciano Gottardi e Tullio Cianetti. Dopo il processo di Verona, Ciano, De Bono, Marinelli, Pareschi e Gottardi furono fucilati l’11 gennaio 1944, al poligono presso ponte Catena; Cianetti fu condannato a 30 anni di prigione. Dopo l’esecuzione, il piano primo del carcere tornò a ricevere generali ed ammiragli italiani fatti prigionieri dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943.

Ciano agli Scalzi

Il fatto – La commemorazione del 17 luglio rievoca l’impresa di sei partigiani – Lorenzo Fava e Danilo Pretto, Aldo Petacchi, Berto Zampieri, Vittorio Ugolini, Emilio Moretto – appartenenti al G.A. P. ( Gruppi di Azione Patriottica), che liberarono il prigioniero socialista Giovanni Roveda, tradotto a Verona il 6 gennaio ’44, dopo 11 anni di carcere e 6 di confino. L’azione riuscì, ma costò la vita a Pretto (ferito e morto di lì a poco) e Fava (ferito, catturato, torturato e ucciso dagli aguzzini fascisti); dopo la Liberazione, Roveda divenne il primo sindaco di Torino.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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