AGSM, Croce: “No allo spezzatìno veronese regalato a Milano. Guardiamo in grande al Triveneto”.

 
 

Il Gruppo AGSM è la sesta multiutility italiana e gode di assoluti primati in termini di innovazione ed efficienza, oltre a godere di un trend di continua crescita sul mercato dell’energia con le recenti vittorie delle gare statali per le forniture alle P.A. e anche alla NATO, tanto che il fatturato 2019 supererà probabilmente la cifra record di 1 miliardo di euro

Questo il paragrafo d’apertura della nota politica a firma Michele Croce, leader del neo-fondato “Prima Verona” ed ex presidente della municipalizzata dell’energia scaligera.

Ciò premesso – prosegue Croce – non si può nascondere che il settore ambiente con Amia sia sicuramente un settore critico, per la storica incapacità di chiudere il ciclo dei rifiuti, oltre che per la perdurante staticità sul fronte dell’aumento della raccolta differenziata, che, se incrementata, ovviamente ridurrebbe la necessità di ricorrere alle discariche con i relativi risparmi.
Ma se il problema è nel settore dell’ambiente perché non limitarsi a risolvere quel problema, trovando accordi solo nell’ambito del riciclo e smaltimento dei rifiuti, anziché svendere tutto il gioiello (Agsm) fatto di energia, reti, centrali, ecc.
Ciò hanno fatto realtà simili a Verona in Italia, come ad esempio i Comuni della Brianza con Gelsa Ambiente attraverso una gara a doppio oggetto per la scelta del partner industriale privato, o anche Mantova con Tea Ambiente.

In parole semplici: se mi fa male il piede vado dall’ortopedico a farmi curare il piede, non mi curo l’intero corpo!

È ovvio che i colossi milanesi ed emiliani sono affamati di una realtà come quella veronese, forte di storia, tradizione, competitività e insediata su di un territorio ricco.

Il problema sull’ambiente è quindi un falso problema – continua l’ex candidato sindaco.
La verità è che c’è a Palazzo Barbieri qualcuno che vuole svendere l’ultimo gioiello di Verona, Agsm, ai colossi di Milano (A2A) o di Bologna (Hera), pur non essendocene bisogno. Pur essendoci strade alternative e limitate, per l’ambiente.

Perché ci sono realtà territorialmente contigue e molto più simili ad Agsm, pronte a realizzare finalmente la multiutility del Triveneto, ovvero AIM Vicenza insieme a Dolomiti Trento e Alperia Bolzano.

Se poi, il Comune di Verona, come prospettato dagli “scienziati” di Roland Berger, dovesse alla fine arrivare ad avere il 35% della nuova Agsm, con Vicenza pure al 35% (anche se grande un terzo di Agsm), e il 30% a Milano (ovvero la guida industriale), il danno sarebbe irreparabile, la beffa epocale.

Verona perderebbe definitivamente l’ultimo suo gioiello, dopo le banche, dopo l’aeroporto.
Per quanto sopra precisato, si tratterebbe di scelta gravissima, irresponsabile, irreparabile.

Ai politici veronesi rivolgiamo un accorato appello: no all’AGSM spezzatino in pasto a Milano. Si all’espansione veneta e triveneta.

 
 

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