Villa Pullè, storia infinita

 
 

di Lorenzo Dalai

Ieri sera, presso la sala parrocchiale di Chievo, si è tenuta una affollata ed intensa assemblea sul tema del destino di Villa Pullè e del suo parco. La serata è stata organizzata dal comitato che da anni si batte per il recupero di questo patrimonio inestimabile che le diatribe tra enti pubblici hanno condannato al degrado più totale. Erano presenti tra gli altri gli Assessori Benetti e Paloschi, Paci, Presidente della Terza Circoscrizione, vari Consiglieri di Circoscrizione e parecchi esponenti della politica locale.

L’architetto Luigi Lazzarelli, esponente del comitato e consigliere di circoscrizione, ha illustrato la situazione del parco, ponendo l’accento sul fatto che moltissimi alberi di alto fusto sono già morti, altri sono pericolanti, che la mancata manutenzione del verde sta creando i presupposti per incidenti a catena. Infatti molti alberi sono già caduti, alcuni si sono abbattuti sul muro di cinta facendolo crollare, mentre i Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire per eliminare alcuni rami, pesantissimi, che potevano cadere da un momento all’altro proprio sull’area frequentata dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero Berti; una situazione di estremo pericolo, che fortunatamente sinora non ha creato danni alle persone, ma che, senza un’opera di immediato risanamento di tutta l’area accessibile al pubblico, ha tutte le caratteristiche per portare a nuovi e forse più pesanti incidenti.

Alle richieste di intervento, attingendo allo stanziamento che il Comune aveva a suo tempo inserito in Bilancio, l’assessore Benetti ha risposto che, essendo in corso una trattativa con l’Inps per permutare l’area prospiciente la piazza di Chievo, ora di proprietà dell’istituto di previdenza, con una di proprietà comunale, più interna all’area del parco, è preferibile definire lo status delle varie proprietà, prima di porre in essere interventi che si prospettano importanti. L’Assessore ha anche chiarito che quella della permuta è l’unico progetto in essere, mentre quelli di cui si è avuta notizia, anche dai media locali, sono solo ipotesi fantasiose. Poi l’Architetto Lazzarelli ha fatto visionare alcune slide dalle quali si poteva verificare visivamente lo stato della flora, che annovera circa 150 ippocastani e platani che devono essere abbattuti, prima che crollino, creando anche “effetti domino”, così da evitare che danneggino anche le piante sane; moltissimi rami, anche di grosse dimensioni, ormai rinsecchiti, devono essere segati e altri alberi, malati, hanno necessità di cure urgenti per essere salvati. Purtroppo il compendio è diviso tra tre proprietari, Inps, Comune e Provincia, che negli anni, come ha ricostruito Giuseppe Braga, una delle memorie del comitato, non sono riusciti a trovare la quadra per salvaguardare un patrimonio inestimabile, costituito da una bellissima villa veneta, ormai ridotta ad un rudere, dalla quale sono stati asportati mobili, quadri, statue, argenterie, e da un parco di oltre 47.000 metri quadrati. Uno scempio inimmaginabile!

Il comitato, a seguito dei suggerimenti di chi è intervenuto nel dibattito, valuterà se procedere anche legalmente contro chi, per oltre cinquant’anni, ha lasciato che questo tesoro anziché essere utilizzato per il Bene Comune, sia stato letteralmente “mandato in malora”; poiché ci sono delle responsabilità, queste dovranno essere individuate e perseguite. Nel contempo si solleciteranno tutti gli enti proprietari affinché riescano finalmente ad arrestare lo scempio.

 
 

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