Verona in Love, alla GAM I “segni di cura” di Maïmouna Guerresi

 
 

Prendersi cura di qualcosa o di qualcuno, nel rispetto dell’unicità e della libertà di ogni singolo individuo. E’ l’amore narrato come sentimento universale quello che viene mostrato nel nuovo progetto espositivo proposto dalla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti in occasione di due importanti appuntamenti, Verona in Love e, a marzola Giornata Internazionale della Donna.

Protagonista Maïmouna Guerresi (Pove del Grappa, Vicenza 1951), la cui pratica artistica si declina attraverso i linguaggi della fotografia, della scultura e della video installazione, concentrando la propria poetica intorno alle tematiche della femminilità e dell’armonia tra differenti culture, attraverso una personalissima sensibilità spirituale ed estetica.

L’esposizione, che rientra nell’ampio programma di iniziative promosse per la manifestazione Verona in Love 2024, sarà inaugurata oggi alle ore 16.30 nella sala Scacchi della Galleria d’Arte Moderna e resterà visibile al pubblico fino al 7 aprile.

La mostra

A partire dai concetti di amore e di rispetto per l’altro – da un punto di vista sociale e culturale – la mostra Segni di Cura punta a mette in luce la volontà di ripensare con maggiore consapevolezza i temi legati al sentimento e all’identità della donna.

Atmosfere sospese mettono in dialogo figure umane avvolte da eleganti cromatismi e simboliche gestualità, recuperando metafore visive dell’interiorità umana come il latte, la luce, gli alberi, i segni arcaici.

Un’esposizione che prende forma attraverso un percorso caratterizzato da immagini segniche dominate dalle cromie del bianco – simbolo di purezza e rinascita – che illuminano lo spazio e si raccolgono attorno a un monumentale elemento scultoreo (Kunta, 2003), opera in collezione GAM, il quale si fa portavoce delle istanze di un femminile universale.

Due video accompagnano la mostra: Rûh (2020) e Oracles (2007), quest’ultimo con un accento rosso – simbolo di solidarietà – “rompe” la verginità cromatica dello spazio, stimolando una riflessione sulla violenza di genere.

Il progetto è stato seguito dalle operatrici del Servizio Civile Universale della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, Giuditta Belloni, Elisabetta Tosti, Angelica Rivetti ed Elisa Panza sotto la direzione della Curatrice responsabile delle Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea Galleria d’Arte Moderna Patrizia Nuzzo e Carla Avanzini Responsabile Educazione-Didattica Area Cultura e Turismo e Musei, in collaborazione con Isabella Brezigar conservatrice e Referente Archivio GAM. Saranno organizzate visite guidate per il pubblico, tenute dalle stesse operatrici del Servizio Civile Universale. 

Tutte le informazioni sul sito della Galleria d’Arte Moderna 

 
 

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