Sopralluogo AMIA/ESEV CPT/ANCE al bastione San Giorgio

 
 

Le Aziende del Comune e le imprese della città scendono in campo per la promozione di un progetto ad alto tasso di sperimentazione, orientato alla tutela e alla valorizzazione dei beni storici e artistici del tessuto urbano e rivolto alla cittadinanza. Alla base del piano, un massiccio intervento di riqualificazione del Bastione di Forte San Giorgio, complesso murario risalente al periodo austriaco che si estende su una vasta area di interesse. Un luogo che testimonia secoli di storia e di vicende umane, ad oggi solo parzialmente accessibile e praticabile, e che si vorrebbe restituire ai cittadini affinché un domani possa divenire luogo di cultura, svago e benessere all’insegna della partecipazione attiva.
Una riflessione suggestiva e quanto mai attuale che vuole porre l’attenzione sui meccanismi che determinano il nostro legame con il paesaggio e con lo spazio in cui viviamo, affrontando le problematiche derivanti dal deperimento degli scenari urbani.

Alla guida di questo innovativo progetto pilota è ESEV-CPT (Ente Bilaterale Unificato, promosso da ANCE Verona e dalle organizzazioni Sindacali) coinvolto da anni, con grande impegno e passione, in azioni di tutela e ridefinizione degli spazi urbani in un’ottica sostenibile e che per primo ha pensato di lanciare questa ambiziosa proposta di recupero, proponendosi in qualità di ente capofila e soggetto promotore in una grande sfida contro il degrado, coadiuvato nell’impresa da una task force di partner d’eccellenza: Fondazione Cariverona, Comune di Verona, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Verona, Ance Verona, Università degli Studi di Verona, Associazioni cittadine, Gruppo Scout Agisci Verona 10 e gli Ordini Professionali. L’obiettivo è ideare un prototipo progettuale congiunto che sia replicabile e applicabile in funzione del recupero dell’intera cinta muraria scaligera, a partire dall’elaborazione di un masterplan, ovvero di un dettagliato documento di indirizzo strategico composto di azioni progettuali e strutturali che abbracciano un arco temporale a lungo termine.

Tre saranno le fasi portanti in cui si articola il progetto: da un primo dettagliato rilievo architettonico e studio preliminare, all’apertura di due cantieri pilota: l’uno per il risanamento e restauro del forte, manufatto storico in stato di conclamata necessità di recupero, con l’obiettivo di preservarlo da intemperie e infiltrazioni; l’altro per la riscoperta della poterna, l’ampia galleria sotterranea che collega l’interno della piazzaforte e il camminamento difensivo sottostante i giardini Lombroso, per farne un suggestivo percorso turistico.

Un’iniziativa di recupero particolarmente complessa ed evoluta che si pone come obiettivo la valorizzazione del tessuto urbano attraverso l’applicazione di tecniche sperimentali di restauro conservativo, per le quali è richiesta un’alta specializzazione e un’adeguata formazione, che tenga conto delle più moderne conoscenze e competenze in materia di interventi di recupero sul patrimonio artistico. Per questo tutte le azioni previste dal piano saranno affiancate da un percorso didattico all’avanguardia coordinato da ESEV-CPT e rivolto a imprese, imprenditori, professionisti e maestranze, coinvolti nelle fasi di studio e analisi, di progettazione e cantierizzazione.

Il gruppo di lavoro in accordo con il Comune e Fondazione Cariverona predisporrà a breve un tavolo di confronto per avviare quanto prima un’attività di ricerca raccolta fondi mirata che sappia individuare fonti di finanziamento specifiche sia nazionali che europee a sostegno del progetto. Una ricerca che oltre al pubblico, volge anche al mecenatismo dei privati, grazie alla spinta del bonus per le ristrutturazioni e ai benefici recentemente introdotti dal nuovo Decreto Cultura, come l’Art Bonus che garantisce sgravi e agevolazioni fiscali attraverso un credito di imposta del 65% sulle donazioni per il recupero e la manutenzione di monumenti e opere d’arte o interventi di restauro di beni pubblici.

Tra gli obiettivi prioritari degli Enti coinvolti anche il forte coinvolgimento della cittadinanza, da cui la predisposizione di un piano di grandi investimenti in comunicazione a supporto della partecipazione attiva al progetto, attraverso seminari tematici di approfondimento e attività di media relations, per poter dare avvio a un modo di vivere più consapevole, partecipato, aperto e stimolante, all’insegna del fare.

 

 
 

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