Filobus: i lavori non partono e il tragitto si complica ancora

 
 

Di seguito le considerazioni di Michele Bertucco sulle difficoltà dell’amministrazione nel far partire il cantiere del Filobus:

“Se il Sindaco dà dignità di cantiere anche alle tracce disegnate per terra con le bombolette spray, propedeutiche alla “verifica preliminare della presenza di eventuali sotto-servizi”, tanto vale che ingaggiamo un esercito di writers e ce la facciamo disegnare da loro la filovia. Fuor d’ironia, la verità è che nemmeno il 18 Aprile sono stati avviati i cantieri del filobus, diversamente dall’ennesima promessa del Sindaco. 

Poco male, se non fosse che le condizioni e le forze avverse all’opera anziché diradarsi si stanno rafforzando. Con l’aggravarsi delle problematiche relative al completamento della progettazione esecutiva, della bonifica alla Genovesa e della scelta del mezzo (in assenza di riforma del codice della strada non potranno circolare mezzi da 24 metri), vale segnalare anche le nuove richieste della Fiera la quale, dopo aver chiesto e ottenuto che le si togliesse il filobus da davanti la porta di casa, ora non vuole più nemmeno la fermata in viale dell’Agricoltura che pure apparirebbe utile a servire le attività (Ulss, banche) che dovrebbero essere spostate al(l’ex) polo culturale.
La richiesta di eliminare la fermata è stata discussa e approvata in una riunione tecnica il 29 gennaio scorso con il fine ultimo e dichiarato di togliere il filobus anche dall’ultimo tratto dell’asse Viale del Lavoro/Viale Piave “mantenendo invariato, a regime, sul cavalcavia, il numero di corsie riservate al trasporto privato”. Di più, si vorrebbe “evitare l’attraversamento filoviario di Piazzale Porta Nuova” e “accorpare in un’unica area (l’ex scalo merci, nda) le fermate della Fiera con il beneficio della eliminazione dell’attraversamento pedonale su Viale del Lavoro”. Tale variante, che spetterà al Comune elaborare, si basa sull’acquisizione di 1.000 posti auto allo scalo merci da parte della Fiera con una concessione di 6 anni prolungabile per altri sei.

Al di là delle considerazioni tecniche, queste scelte appaiono investire direttamente anche il futuro dei quartieri e come tali andrebbero discusse con i cittadini”. 

 
 

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