Easy Ryder… ovvero la bellezza della libertà

 
 

Il fascino della moto non ha davvero confini e così da un film simbolo della rivoluzione per tutti i biker del mondo nasce la voglia di percorrere molti chilometri in assoluta libertà.

Sono questi gli ingredienti che mi ha illustrato il mio amico Adriano Zantedeschi parlandomi della sua sviscerata passione per le due ruote. Mi sono incuriosito e per questo ho voluto conoscere, non solo cosa significa andare in motocicletta ma anche che si prova a stare in sella per giorni per gustare paesaggi affascinanti e molte volte sconosciuti.

È questo, forse, uno dei leitmotiv di chi ama cavalcare una due ruote assaporando il vento, le strade, i paesaggi ma soprattutto il piacere di sentirsi sempre più vicino alle meraviglie che il mondo che ci circonda sa offrire.

Per questo ci piace parlare di un gruppo di amici che ormai da sempre ama inforcare le proprie moto per farsi affascinare dalle bellezze che il nostro paese sa offrire.

E dopo il Tour delle Alpi del 2017 ecco arrivare, nel 2018, quello degli Appennini. Alla partenza, fissata per domenica 3 giugno 2018, saranno quattro i bikers che affronteranno questa sfida che terminerà domenica 10 giugno: Adriano Zantedeschi, Luca Perazzolo, Alberto Tommasi e Roberto Gaole.

Una settimana in sella a moto performanti per riappropriarsi della propria libertà. Il cercare luoghi e sensazioni particolari. Sarà anche un modo per fare un reportage di paesaggi magari a più sconosciuti ma che forniscono la giusta adrenalina a chi ha deciso di mettersi continuamente in gioco sia per allontanarsi dalla routine giornaliera sia per godere di alcune meraviglie del bel paese.

Saranno, secondo il progetto iniziale, ben 3194 i chilometri percorsi. Partenza e arrivo a Verona. Si percorrerà tutta la crinale degli Appennini a partire da quelli al confine tra Emilia Romagna e Toscana.

Si cercheranno quasi sempre tragitti alternativi e tratti di strada che normalmente non sono meta di chi ama le due ruote ma che per il loro fascino sono di assoluto valore.
Per parlare di questa incredibile avventura abbiamo parlato con Luca Perazzolo, uno degli ideatori di questo tour.

Perché quest’idea di girare gli Appennini in moto?
La voglia di scoprire paesaggi meno noti è iniziato lo scorso anno quando abbiamo deciso di fare il primo giro “Alpi, coast to coast”. Abbiamo scoperto di essere un gruppo di quattro amici ben affiatati. È stata un’esperienza bellissima ed in seguito a quella prima nostra avventura abbiamo deciso di ripeterla cambiando meta decidendo, quest’anno, di fare il Tour degli Appennini”.

Che tipo di viaggio sarà il vostro?
Cercheremo di fare passi non conosciuti o comunque poco frequentati (colli e valici). Nostro obiettivo sarà anche fare tanti tratti e passi sterrati che non sono solitamente frequentati dai motociclisti. Percorreremo sicuramente passi più famosi come il muraglione, la Cisa e la Futa anche se il nostro scopo sarà affrontare appunto passi quasi del tutto sconosciuti ai più”.

Come si snoderà il vostro viaggio?
Sarà un giro abbastanza lungo, faticoso come orari di guida, si parla di 11/13 ore di guida al giorno. Ma sempre rispettando i tempi di guida che dicono i pianificatori di viaggio.
Abbiamo scelto un trype come sistema di scelta dei tipi di percorso.

Saranno sette le tappe di questo tour. Con la prima arriveremo circa sotto la Repubblica di San Marino. La seconda ci porterà sino a Pescara. Poi con la terza arriveremo sino quasi a Napoli. Poi risaliremo attraverso le gole del Sagittario.

Arriveremo quindi sino ad Assisi. Con la sesta tappa si arriverà sino in Liguria. L’ultimo giorno partiremo all’incirca da Verrazze, arriveremo sino a Savona nel punto in cui nascono gli Appennini e poi ritorneremo a casa”.

È anche un tour in cui la sicurezza avrà la sua importanza, si parla di guida sicura. Cosa ci può dire a proposito?
Il nostro obiettivo è di ritornare a casa senza rischiare nulla. Guidare in modo consapevole, senza commettere alcuna infrazione al codice della strada. È stato pianificato anche un ritorno veloce a casa qualora insorgessero problemi improvvisi”.

Cosa significa amare una motocicletta?
Per rispondere a questa domanda parto da lontano perché chi vi parla è una persona di 55 anni che va in motocicletta da quando ne aveva 18. In tutta la mia vita ho avuto, fortunatamente, un solo incidente, ma ero giovane e perciò inesperto.

Ho corso anche in pista anche se ripeto sempre che andare in moto significa molte cose, c’è la libertà di arrivare ovunque. Anche se è sempre bene ricordare che quando si va in moto è necessario avere il mezzo in perfette condizioni, essere ben equipaggiati. Rispettare gli altri ed essere sempre consci, in ogni istante, che sulla strada non si è mai da soli”.

Si dice che l’appetito vien mangiando. È vero che avete già in mente il tour del prossimo anno?
È vero, in effetti abbiamo già in cantiere di fare un tour ancora più impegnativo. L’idea è di fare il giro dei Balcani. È certamente un giro che ha delle difficoltà ma noi siamo un gruppo che quando parte è già arrivato”.

È faticoso però rimanere tante ore in sella ad una moto?
No, non abbiamo nessun problema a rimanere molte ore in sella alle nostre motociclette perché ci divertiamo, perché siamo attrezzati e siamo in possesso di mezzi che sono adeguati a fare tour mototuristici. In questi nostri giri, pur essendo da soli, saremo supportati dall’officina Motoves che, prima di partire, eseguirà tutti i controlli del caso”.

Che tipo di mezzi usate per questi vostri tour?
Sono tutte moto efficienti, idonee a percorrere il tipo di strade che affronteremo. Sono tutte moto BMW, tre Adventure e una GS normale. Il bagaglio sarà ridotto al minimo indispensabile. Sarà anche una scoperta di luoghi che nessuno dei quattro ha mai affrontato per cui se il tempo non dovesse essere clemente accorceremo il viaggio perché il primo obiettivo è sempre e comunque la sicurezza dato che, come detto in precedenza, affronteremo molte strade sterrate”.

Un viaggio che solo a sentire il nostro interlocutore è sicuramente affascinante. Tutto questo però non è sufficiente ai nostri bikers. La settimana precedente, e questa volta accompagnati da mogli, fidanzate e amici, percorreranno solamente 350 km di assoluta libertà.

Qui ciò che conta sarà il numero dei partecipanti. Si parla già di circa 50 persone per un totale di 35 equipaggi. Il 26 maggio si terrà, infatti, il “1° FAEG BIKERS DAY”.

In questo primo raduno, ideato e progettato da mio amico Adriano, si visiteranno alcuni luoghi davvero incantevoli di Trentino e Veneto.

Si toccheranno mete come il Lago di Ledro, Monte Velo, Arco, la parte nord del Lago di Garda.
Ma saranno tappe obbligate anche il lago di Tenno, le Sarche o il Monte Bondone oltre al lago di Cei, Rovereto e la Villa Lagarina. Un motoraduno che si concluderà percorrendo il Monte Corno, Sega di Ala e di nuovo a Verona.

Un assaggio per quei quattro temerari che la settimana successiva affronteranno mete ben più impegnative ma sicuramente anche più affascinanti. Questo è il bello di chi va in motocicletta e respira quell’aria di libertà.

 
 
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

1 COMMENTO

  1. In bocca al lupo hai miei fratelli bikers consapevole del loro entusiasmo essendo al mio 50° anno di motocicletta quasi sempre in solitaria.
    La moto è libertà!!

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