Croce: “La rivoluzione passa dal recupero di 170 milioni di euro”

 
 

A fronte degli scandali Agec e del balletto sul licenziamento sì/licenziamento no dell’ex direttore generale Tartaglia, Michele Croce, candidato sindaco del movimento Verona Pulita rilancia il suo Piano Legalità:

“Il caso Tartaglia/Agec, in cui un condannato in primo grado forse non rientrerà in azienda solo grazie ad una legge e non certo per buonsenso, conferma che la gestione delle aziende partecipate da parte degli amici degli amici spesso incapaci e a volte anche delinquenti (lo dicono le sentenze), a Verona si è dimostrata fallimentare.

Noi di Verona Pulita rilanciamo il nostro “Piano Legalità”: – via i Consigli di amministrazione che verranno sostituiti da un amministratore unico (applicando l’articolo 4 co. 5 Dl 95/2012), – cessione di aziende e partecipazioni non strategiche, – via i dirigenti a nomina. Ci sono 170 milioni di euro da restituire ai veronesi e noi lo faremo”.

A fronte degli scandali Agec e del balletto sul licenziamento sì/licenziamento no dell’ex direttore generale Tartaglia, dei contributi a pioggia elargiti da Amia, delle consulenze inutili che da anni paghiamo per un traforo fantasma e per un filobus inesistente, Michele Croce, candidato sindaco del movimento Verona Pulita rilancia il suo Piano Legalità
“Il comune dovrà alleggerirsi cedendo al privato quelle attività di mercato che quest’ultimo sa gestire meglio. Noi vogliamo cedere gli enti inutili e tagliare le poltrone negli enti utili: cosa ce ne facciamo del 4,65 per cento nella A4 Holding o del 5,51 nell’Autostrada del Brennero se non, nella prima, per garantire a Flavio Tosi la presidenza di Serenissima con uno stipendio principesco che non ha avuto nemmeno la decenza di dichiarare pubblicamente? Vendendo le quote ricaveremmo, a spanne, rispettivamente 40 e 55 milioni di euro. Bisognerà cedere anche le 14 farmacie comunali (incasso presunto 40 milioni di euro) e il servizio di onoranze gestito da Agec (7,5 milioni), garantendo trasparenza e massima redditività per il Comune.

Gli amministratori unici delle partecipate, manager di comprovata esperienza, dovranno riferire ogni tre mesi in Consiglio comunale e avranno un tetto massimo di 120 mila euro l’anno: taglieremo così le ben 90 poltrone inutili dei Cda”.

 
 

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