Crisi in famiglia e bimbi sempre più soli. Ecco la “pet therapy”…sulle Ali di Pegaso

 
 

Pet therapy con i cavalli per aiutare nonni e nipoti durante una separazione coniugale. E’ il progetto veronese di aiuto sociale ‘Sulle ali di Pegaso’ che, nel suo quarto anno di attività, diventa oggi la base di partenza di uno nuovo studio volto ad individuare i punti di forza dell’iniziativa, da replicare in futuro in altre comunità locali. Realizzato da Colle per la Famiglia – Opera don Calabria, a partire dal 2019 nella sede all’Oasi San Giacomo di Vago, insieme a Comune di Verona, Fieracavalli, Fondazione Cattolica e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per aiutare i nonni che hanno figli separati a mantenere vivo il loro rapporto con i nipoti, il progetto entra da oggi in una sua nuova fase.

L’obiettivo è quello di realizzare nuovi gruppi di condivisione per nonni, con la conduzione di professionisti esperti e con la supervisione dello staff dell’Università Cattolica. Ma, anche, di coinvolgere i nonni in una ricerca interdisciplinare, finalizzata a conoscere le motivazioni e gli effetti per i partecipanti a questo percorso. Il tutto per individuarne i punti di forza, per arrivare ad un ‘modello Pegaso’, utilizzabile da altre comunità locali per salvaguardare il benessere relazionale delle famiglie.

Le nuove fasi del progetto sono state illustrate questa mattina dall’assessore ai Servizi sociali Maria Daniela Maellare insieme alla coordinatrice dell’Associazione Colle per la Famiglia – Opera Don Calabria Maria Grazia Rodella.

In collegamento streaming sono intervenuti per l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Ilaria Marchetti e Costanza Marzotto e per Fieracavalli il responsabile Armando Di Ruzza.

“Avviato a partire dal 2019 – dichiara l’assessore Maellare – il progetto innovativo Pegaso entra oggi in una sua seconda fase. Si punta a rafforzare il già importante percorso avviato con i nonni e nipoti coinvolti e ad avviare un percorso di studi che porti all’identificazione dei punti di forza dell’iniziativa, per definire un modello da condividere con altre realtà locali. Il progetto raccoglie l’emergenza di una domanda non espressa, un dolore a volte non percepito, ma sempre più presente nella nostra società, causa l’aumento delle separazioni di famiglie con figli. La partecipazione ad un gruppo di condivisione può svolgere una funzione preventiva nella cura di malesseri che possono generarsi i tutti i soggetti coinvolti”.

“Con il progetto Pegaso – spiega Rodella – ci siamo focalizzati in particolare sui legami intergenerazionali tra nonni e nipoti, nel difficile momento della separazione dei genitori. Da una parte ci siamo presi cura delle famiglie, con un gruppo di condivisione per i nonni, dall’altra abbiamo puntato sulla prevenzione, con l’obiettivo di incontrare i nonni e i nipoti nelle scuole, per poi portarli nei maneggi, dove il cavallo diventa tramite e rinforzo della loro relazione”.

“Il progetto – sottolinea Marchetti – che si sviluppa su due fronti principali, il lavoro a scuola e il supporto di gruppo per i nonni, risulta particolarmente innovativo e promettente, sia per la cura impiegata, sia per le competenze professionali messe in campo. La supervisione dell’equipe di professionisti e la ricerca-valutativa messe in campo dall’Università Cattolica continueranno ad accompagnare il progetto anche nei prossimi due anni, per consolidare e definire un modello di lavoro esportabile”.

 
 

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