Comitato Opera Nostra: Fondazione Arena Bene Comune

 
 

Il Comitato Opera Nostra recepisce con estremo rammarico la decisione del Sindaco Tosi di chiedere la liquidazione coatta della Findazione Arena e a riguardo rileva:

“Rispetto alla vicenda Fondazione Arena, ed in particolare all’esito del referendum sindacale che ha visto la vittoria dei no, seppure di stretta misura intendiamo esprimere la nostra totale condivisione delle ragioni che hanno portato una così grande parte dei dipendenti ad orientarsi verso un voto negativo.

Il Comitato ritiene infatti che tale accordo presentava margini di fumosità e discrezionalità tali da avvallare il sospetto di essere semplicemente uno strumento atto a scavallare la stagione lirica estiva per poi essere totalmente rimesso in discussione.

Le maestranze della Fondazione Arena hanno dimostrato grande dignità respingendo un accordo che imponeva a loro sacrifici (per ora solo economici), mantenendo al loro posto quei dirigenti, primo fra tutti Girondini, che hanno spinto la Fondazione Arena sull’orlo del baratro.

L’accordo, a nostro avviso, era invalidato già nelle note di premessa, nelle quali gli stessi sindacati firmatari affermano che, nonostante le ripetute richieste, non sono stati consegnati né i documenti sui quali si basano le cifre contenute nel testo (tra i quali il bilancio consultivo 2015 della Fondazione Arena), né i verbali degli incontri tra la dirigenza e i sindacati.

In merito alle esternazioni del sindazo inerenti un suo protagonismo nelle vesti di giustiziere, insieme al consiglio di indirizzo, va detto chiaramente che sta tentando di giocare una partita non sua, nel senso che la decisione non spetta a lui ma al ministro competente. E’ chiaro il tentativo di intimidire i lavoratori con la minaccia della liquidazione coatta, ma la legge parla chiaro, ed impone il passaggio preliminare del commissariamento. Il tutto tenendo conto del fatto che il tempo per giungere ad un accordo che permetta di accedere alla legge Bray scade il 30 giugno.

Questa dirigenza si deve dimettere, e il Comitato cittadino Opera Nostra ringrazia la lungimiranza dei lavoratori della Fondazione, che per primi si rendono conto che non può esistere un futuro con un gruppo dirigente che, nonostante la gravissima situazione, non ha ancora prodotto nessun piano credibile (e documentato) di risanamento.

Questa dirigenza deve andare a casa perché colpevole di aver dilapidato milioni di denari pubblici creando e indebitando società come Verona Extra o il museo AMO, inserite all’interno dei bilanci della Fondazione.

Il nostro obiettivo rimane quello di permettere un reale rilancio della Fondazione Arena, ma per fare questo le condizioni imprescindibili sono le dimissioni del gruppo dirigente e il contrasto al percorso di privatizzazione della gestione dell’anfiteatro sostenuto anche dall’amministrazione comunale”.

 
 

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