Bridge Film Festival 2020: corti e documentari all’antica dogana

 
 

Sempre attivo virtualmente e in cauta ripresa live: il mondo dello spettacolo rispecchia davvero il detto “The show must go on” e con coraggio e scrupolo riavanza le sue proposte; ecco anche il ritorno del Bridge Film Festival, alla settima edizione, che, seppure all’aperto, avrà luogo in misura ridotta e seguendo tutte le norme distanziamento sociale, per garantire la sicurezza degli spettatori e dello staff. Dal 9 all’11 luglio, lo specchio d’acqua dell’antica dogana di fiume ai Filippini si animerà nuovamente grazie all’instancabile lavoro di Diplomart e Canoa Club, con il patrocinio del Comune di Verona.

Homeland” è il titolo per il 2020 ed è un inno ai giovanissimi, alla cosiddetta “generazione Z”, i successori dei Millenials, figli del terzo millennio, i nati dopo il 1997 e primi “nativi digitali”, cresciuti tra smartphone, tablet e touchscreen con approccio spontaneo, senza dover leggere le istruzioni. Il Bridge Film Festival indagherà e proporrà spunti di riflessione sul tema, attraverso il mezzo che gli è proprio, documentari e cortometraggi in arrivo da luoghi del mondo poco battuti sul grande schermo.

«Dopo il grande caso di Greta Thunberg» spiega Ginevra Gadioli di Diplomart «secondo noi era importante  scoprire chi sono i nuovi giovani, questa generazione di ragazzi che ha tanto a cuore il nostro pianeta. Abbiamo visto in loro un coraggio che forse noi non avevamo: personalmente a quell’età non vedevo l’ora di andarmene, invece nella generazione Z, soprattutto in Occidente, si nota il desiderio di custodire e proteggere la propria terra, più da un punto di vista naturalistico che nazionalistico… per questo “Homeland”. Ovviamente Greta è un caso unico, perciò abbiamo voluto esplorare anche le dinamiche esistenti altrove».

Giovedì 9 luglio alle ore 21 apre il cortometraggio No_Connection, realizzato durante il workshop della scorsa edizione con un gruppo di bambini e ragazzi. Segue Ma-La-Femmena, corto del laboratorio “Verona fuori le mura” su come la nostra società guarda al femminile. Infine, il documentario, prodotto in Germania e girato a Berlino, Searching Eva di Pia Hellenthal, vietato ai minori di 13 anni e presentato alla Berlinale 2019, protagonista una ragazza, che, a partire dai 14 anni, ha deciso di rendere la sua crescita uno spettacolo sul web, sfidando il concetto di privacy e molte delle convenzioni sull’essere donna. La serata è in collaborazione con il Circolo del Cinema.

Venerdì 10 luglio, sempre dalle 21, si susseguono due lungometraggi: Immortal di Ksenia Okhapkina, la quale ha raggiunto le estremità della Federazione Russa per filmare le attività ricreative giovanili, dai balli tradizionali alle manifestazioni patriottiche, che fungono da preludio al servizio militare. Attraverso la sua fine ricerca visiva, la regista di San Pietroburgo esplora meccanismi per cui le persone diventano volontariamente risorse per lo Stato. Segue Dive. Rituals in Water di Hanna Björk Valsdottir, Elin Hansdottir e Anna Run Tryggvadottir, tre registe islandesi che hanno rivolto la loro attenzione verso una classe di nuoto non convenzionale. La piscina dell’istruttore Snorri Magnusson fra le montagne innevate è un santuario unico dove i neonati, insieme ai loro genitori, imparano a esplorare il loro mondo sensoriale.

La serata finale di sabato 11 luglio, come da tradizione, è dedicata ai cortometraggi. Gli undici lavori, selezionati con l’aiuto di ZaLab, Ennesimo Film Festival e Film Festival della Lessinia, attraversano vari paesi europei, dalla Svezia all’Irlanda, fino agli Stati Uniti, e si muovono fra animazione, finzione e documentario.

Il pubblico sarà chiamato a votare il film preferito, affiancato dal giudizio di una giuria di esperti, composta da Alessandro Anderloni, direttore artistico del Film Festival della Lessinia, Alberto Scandola, professore di cinema all’Università di Verona, Prisca Ravazzin, psicologa e psicoterapeuta, e Roberto Bechis, presidente del Circolo del Cinema.

«La programmazione di quest’anno vede la quasi totale assenza delle attività extra che hanno sempre caratterizzato il Bridge Film Festival. Per quest’edizione abbiamo deciso di concentrarci sui film», precisa Gadioli. Eppure qualche attività di contorno non mancherà: la rituale discesa in gommone con partenza da San Fermo inaugura il festival; le performance di danza a cura di Lya.ko Project precedono ogni sera le proiezioni; il concerto dei Fontanablu, sabato a orario aperitivo, segna l’ultima giornata della manifestazione.

«Nonostante i pochi mezzi, nonostante le difficoltà date dal momento storico – commenta l’organizzatrice – abbiamo deciso di fare comunque il Bridge Film Festival. Seppure in piccolo e con le ovvie restrizioni di sicurezza, per noi fare il festival significa mandare un messaggio ai soci, affermare che la cultura non si ferma. Sperando che da cosa nasca cosa».

L’evento, nello specifico, segue tutte le norme anti-covid. Le sedute sono state ridotte in modo da rispettare un metro per un metro di distanza. Gli spettatori saranno tenuti a indossare la mascherina fino al raggiungimento del proprio posto. Un addetto dello staff misurerà la temperatura all’ingresso e vi saranno distributori di gel disinfettante in vari punti della dogana; inoltre, come ogni anno, l’accesso è consentito ai soci Diplomart e chi è iscritto già Circolo del Cinema, Università di Verona, Accademia di Belle Arti, Canoa Club o Adige Rafting Verona godrà di uno sconto.

«Quest’anno il Bridge Film Festival è anche un evento di raccolta fondi per il Canoa Club, che negli ultimi mesi non si è mai fermato per concludere dei lavori strutturali importanti» conclude Ginevra Gadioli. «Da anni, insieme all’associazione di Luigi Spellini, crediamo nella riqualificazione di questo bellissimo luogo, e per il nostro piccolo vogliamo dai una mano, attraverso i bellissimi film in programma quest’anno».

Partecipazione previo pretesseramento online sul sito web di Diplomart: www.diplomart.org 

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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