Agsm, l’accordo preoccupa l’Ordine degli Ingegneri

 
 

Il progetto della super-utility lombardo-veneta preoccupa l’Ordine degli Ingegneri di Verona.
Il timore è che gli esiti dell’accordo tra la società scaligera di multiservizi e la società A2a, controllata dai Comuni di Milano e Brescia, a cui si aggiunge pure l’Aim di Vicenza, possa comportare una significativa perdita di potere decisionale e una maggiore subordinazione nella gestione aziendale di Agsm, con una conseguente riduzione anche della possibilità, per i professionisti, di mettere in campo o acquisire competenze e know how.

Da qui l’appello all’amministrazione comunale e ad Agsm di aprirsi a un confronto con la società civile e con gli stakeholder partecipando a una tavola rotonda alla presenza di Ordini e Collegi professionali e delle associazioni di impresa del territorio.

“Non sta a noi ricordare l’ultracentenaria storia dell’Agsm, il suo fatturato importante che deriva anche da investimenti fatti sul e per il territorio”, evidenzia il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, Andrea Falsirollo che esprime le perplessità maturate e chiede il momento di condivisione e confronto.

“Molte delle persone che lavorano nella struttura sono nostri colleghi, professionisti che contribuiscono a valorizzare il territorio e che offrono consulenze di spessore. Agsm infatti, non è solo un luogo di lavoro, ma anche un nevralgico punto di riferimento per l’acquisizione di know how e abilità specifiche. Se venisse perso o ridotto tale ambito il danno sarebbe evidente sia per i professionisti che, di conseguenza, per il lustro tecnico e scientifico dell’intera città.

Non conosciamo nel dettaglio tutti gli aspetti dell’accordo, ma è evidente che, se un’operazione di questa portata avrà delle conseguenze positive per il bacino scaligero, non mancheranno anche dei risvolti negativi di cui è importante essere consapevoli e tenere conto fin da subito. Il ruolo di Agsm all’interno della nuova società potrebbe infatti comportare delle perdite gestionali e anche di competenze. È fondamentale fare il tutto per tutto per scongiurare la perdita di un indotto economico che, oltre le aziende, coinvolge anche i professionisti”.

 
 

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