ERAS-Enhanced Recovery After Surgery è un acronimo che indica una serie di procedure da applicare per garantire un pieno e precoce ritorno alle attività quotidiane svolte dal paziente; nei Paesi del nord Europa questa pratica è diffusa e consolidata da tempo, negli ultimi anni anche in alcune realtà chirurgiche italiane all’avanguardia si è iniziato a guardare in questa direzione, che coniuga medicina e psicologia, abbreviando le degenze ospedaliere, che, si sa, sono sempre poco gradite: più in vista è il ritorno a casa, più l’umore migliora.
Al polo chirurgico Confortini, nel centro d’eccellenza della Chirurgia dell’Esofago e dello Stomaco, il professor Giovanni De Manzoni è stato uno dei primi ad aver introdotto, già da diversi anni, questa innovativa filosofia, ottenendo ottimi risultati in una chirurgia impegnativa come quella oncologica del tratto gastroenterico superiore. Se fino a qualche anno fa i pazienti rimanevano a letto e a digiuno con sondini e cateteri per molti giorni, oggi iniziano il loro percorso di ripresa dall’intervento già dalla prima giornata post-operatoria e, in molti casi, tornano a casa autonomi entro una settimana.
Qualche esempio? Il malato viene estubato già al termine dell’intervento e trasferito nel reparto di chirurgia anche dopo interventi di sette-otto ore, grazie alla presenza di un’area di monitoraggio semintensivo; è dimostrato, infatti, che evitare la rianimazione riduce il rischio di gravi infezioni ospedaliere. Altro caposaldo fondamentale del progetto ERAS è la fisioterapia: il paziente inizia un percorso di riabilitazione qualche settimana prima dell’intervento con esercizi fisici quotidiani che, al pari un atleta prima di una gara, permettono di affrontare meglio l’operazione e il post-operatorio.
Peculiare della chirurgia esofago-gastrica tradizionale era il digiuno prolungato e fastidiosi sondini nasogastrici: ora il paziente viene liberato dal sondino e invitato a bere già dal giorno successivo l’intervento. Nei giorni seguenti la dieta viene progressivamente ampliata, fino ad alimentarsi liberamente a partire dal quarto quinto giorno, non rendendo più necessaria la nutrizione artificiale. Tutto questo è possibile non solo grazie all’impegno del personale sanitario, ma soprattutto grazie alla collaborazione del paziente e dei familiari, che vengono coinvolti attivamente. Il paziente viene sensibilizzato e reso consapevole del percorso e degli ostacoli che lo aspettano attraverso un colloquio con il personale sanitario e l’utilizzo di un libretto illustrativo.
“L’equipe ospedaliera dedicata è una condizione necessaria – spiega De Manzoni – in quanto ogni figura professionale coinvolta nel percorso chirurgico del paziente risulta fondamentale per ottenere una ripresa rapida del paziente; parliamo di professionisti competenti e altamente specializzati: chirurghi, anestesisti, infermieri e fisioterapisti, che lavorano ogni giorno in sinergia tra loro. La letteratura scientifica ha dimostrato come queste azioni siano non solo sicure ma soprattutto utili per la ripresa del paziente, riducendo il tasso di complicanze post operatorie e migliorando l’autonomia alla dimissione, oltre che la qualità della vita post operatoria“.
ERAS è già realtà di successo nella chirurgia dell’esofago-stomaco dell’AOUI di Verona, non più chirurgo-centrica, ma dipendente dalla stretta collaborazione di un team multidisciplinare che prende in carico il paziente e lo coinvolge attivamente per una ripresa celere e ottimale.