Su di 737 Comuni, hanno risposto all’indagine in 603, pari all’82% del totale. In particolare, hanno partecipato tutte le città metropolitane, tutti i capoluoghi di regione e il 94% dei capoluoghi di provincia (103 su 110). Il Comune di Verona ha risposto
E’ scaduto il 5 agosto il termine per partecipare alla prima Rilevazione nazionale sugli interventi dei Comuni a supporto delle vittime di sfruttamento lavorativo, sullo sfruttamento lavorativo e caporalato, che Anci ha rivolto tra maggio e luglio 2024 a tutti Comuni italiani sopra i 15mila abitanti.
Condotta anche con il sostegno anche delle Anci regionali, la partecipazione all’indagine è stata particolarmente elevata: su di 737 Comuni, hanno risposto all’indagine 603 Comuni, pari all’82% del totale. In particolare, hanno partecipato tutte le città metropolitane, tutti i capoluoghi di regione e il 94% dei capoluoghi di provincia (103 su 110). Il Comune di Verona ha partecipato attraverso l’assessorato alle politiche del lavoro dell’assessore Michele Bertucco.
L’indagine è svolta nell’ambito del progetto InCaS “Piano d’Azione a supporto degli enti locali nell’ambito dei processi di Inclusione dei cittadini stranieri e degli interventi di Contrasto allo Sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato”, realizzato da Anci in collaborazione con Cittalia e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali mediante il Fondo Nazionale Politiche Migratorie e fa seguito a quella del 2021 centrata sulla condizione abitativa dei lavoratori migranti del settore agroalimentare.
E’ stato rilevato inoltre che 1 comune su 5 (il 20% dei Comuni rispondenti) dichiara di aver attivato direttamente o realizzato con altri enti sul proprio territorio servizi, progetti e strumenti di governance finalizzati a prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo e/o sostenerne le vittime o potenziali vittime. Si tratta principalmente dell’adozione di protocolli d’intesa, Tavoli di lavoro, Piani locali e documenti di programmazione locale, fino alla costituzione di veri e propri Osservatori locali sullo sfruttamento lavorativo. Ciò che emerge è dunque una sensibilità dei Comuni rispetto a un tema di cui è riconosciuta la centralità in relazione al benessere complessivo della comunità amministrata.
Nell’ambito di INCAS entreranno nel vivo a settembre una serie di attività tutte dedicate a consolidare l’impegno dei Comuni, a partire dai workshop organizzati in tutta Italia e dedicati alla redazione dei Piani locali multisettoriali – strategie e interventi di contrasto al caporalato, in rete con le istituzioni e le organizzazioni presenti sui territori – e dal rilascio del podcast “Capolinea sfruttamento lavorativo”, strumento di autoformazione per i Comuni.
Anci richiama l’urgenza di sbloccare la misura del PNRR a supporto del superamento degli insediamenti abusivi connessi al lavoro agricolo. Sono 200 milioni già assegnati da più di due anni a 37 Comuni che, già a gennaio 2023, hanno presentato le loro proposte progettuali. Da allora è tutto fermo e, nonostante la nomina di un Commissario straordinario, la misura rimane inspiegabilmente bloccata.
Alberto Speciale