“Diamo atto a questa amministrazione di una certa coerenza nel metodo: per il Central Park, come per l’Arsenale o i Bastioni, si procede con regolarità a colpi di annunci e conferenze stampa», esordisce Pietro Trincanato, presidente di Traguardi, che spiega: “scherziamo perché ormai anche questo dossier ha preso la piega di una farsa, ma è inammissibile che periodicamente i veronesi debbano sorbirsi date di inizio e fine lavori, numeri e percentuali, mentre il reale contenuto dei progetti resta nebuloso e impalpabile. La progettazione urbanistica non si fa a colpi di render 3D, e qui siamo ancora fermi a giocare a Monopoly con le funzioni, invece che indicare davvero come immaginiamo che si sviluppi quell’area. Ci sarà il parco, d’accordo, ma attorno ad esso cosa sorgerà, per garantire sicurezza, pulizia ma anche vitalità e vivibilità della zona? Ci saranno attrattori di traffico o negozi e servizi per i residenti? Lo strappo urbanistico costituito dalla circonvallazione sarà davvero ricucito? Dovremmo chiederci da quali persone, in quali orari, per quali funzioni immaginiamo che quella parte della città sarà vissuta, magari indagando prima sulle necessità dei quartieri limitrofi, mentre l’Amministrazione sembra più preoccupata dagli annunci a raffica e da una pianificazione subita anziché guidata da chi governa la città”.
“Concentrarsi sulle percentuali, come la stessa Amministrazione si ostina a fare, distoglie da quello che dovrebbe essere il vero obiettivo di un progetto così ambizioso”, afferma Giacomo Cona, segretario di Traguardi, “vale a dire, collegare zone della città attualmente divise da una sorta di “terra di nessuno” fornendo loro i servizi e gli spazi di cui hanno bisogno. Posto che la promessa della riconversione dell’intera area a verde pubblico è stata, come previsto, disattesa dalla giunta Sboarina, ora non interessa tanto capire se il parco sarà più grande o più piccolo di qualche decina di metri quadrati, ma come si relazionerà con i quartieri che lo circondano, con la stazione, la fiera, le aree residenziali. Serve un disegno complessivo che crei un collegamento unico tra le zone attualmente separate da aree in stato di semi abbandono, con grandi benefici in termini di verde urbano, di mobilità, di vivibilità e logistica”, prosegue Cona, “per questo si rende più che mai necessario coinvolgere i cittadini residenti, le circoscrizioni limitrofe e, forse, la cittadinanza nel suo complesso, dal momento che si tratterà di un intervento di radicale trasformazione urbana. Capiamo che il Covid-19 abbia reso le comunicazioni tra amministrazione e cittadini più difficoltose, ma dopo anni di annunci le scuse e le giustificazioni non hanno più spazio”.
“Le stesse indicazioni sulle destinazioni lasciano poco a ben sperare: ancora una volta, la linea è quella di additare qualsiasi spazio commerciale come il male assoluto, con una visione chiaramente strumentale a una lotta politica tutta interna alla destra cittadina”, affermano Trincanato e Cona, “ma la via non è necessariamente quella della cementificazione in stile Tosi: può prendere le forme di laboratori per giovani artigiani, per imprese e negozi che non trovano spazio in altre aree della città, per un mercato coperto realmente utile a chi vive nella zona, addirittura di un vero e proprio distretto innovativo che aiuti a rendere l’area viva e animata, aumentandone anche la sicurezza. Questa è reale pianificazione, cogliere l’occasione di un intervento di grandi proporzioni per far fronte ai problemi e alle mancanze della città, per rispondere ai bisogni dei cittadini, magari investendo su quelli più giovani che faticano a trovare spazio e opportunità. Mentre qui siamo ancora fermi al “verde” utilizzato come zuccherino per far passare qualsiasi intervento progettato, si fa per dire, con l’abituale approssimazione. Salvo poi, siamo pronti a prevederlo, gridare all’emergenza sicurezza quando il grande parco, chissà quando, sarà finalmente realizzato”.