Violenza sulle donne: educhiamo correttamente i bambini

 
 

Per contrastare il fenomeno dilagante della violenza sulle donne la parola chiave è prevenzione. I casi di femminicidio raccontati dalle cronache sono ormai quotidiani e trasversali: non conoscono significative differenze territoriali, sociali ed anagrafiche. 

La mano che uccide appartiene a giovani e uomini adulti, studenti, professionisti, impiegati ed operai, delle più svariate condizioni economiche e di diversi livelli culturali. 

Ciò significa che il vulnus iniziale va ricercato nel deficit culturale che accomuna le diverse generazioni e nella mancanza di una corretta educazione nell’ambito della relazione tra i sessi, improntata alla condivisione dei ruoli nella famiglia e nella società.

Su questi aspetti pone l’accento Carlo Callegaro, pedagogista clinico del Centro Studi Specialistici “San Marco” di Bussolengo, all’indomani dell’omicidio, a Pastrengo, della 46enne Alessandra Maffezzoli per mano dell’ex compagno.

«I casi che si susseguono uno dopo l’altro registrano una frequenza allarmante – conferma – e la società ha non solo il dovere di interrogarsi per capire il fenomeno, ma soprattutto di attivarsi per intervenire sulle cause. Sicuramente ogni situazione è diversa – prosegue –, ma nello stesso tempo ci sono elementi comuni: una relazione che si chiude e l’incapacità di uno dei due di superare la situazione; una rabbia profonda che diventa aggressività alimentata dal pensiero che lei non possa e non debba essere felice da sola o con un’altra persona».

Aggiunge ancora: «Alla base c’è un profondo egoismo che non è semplicemente volere l’altro tutto per sé, ma impedirgli di essere felice, di godere della vita. Ecco perché – afferma – per cambiare bisogna partire dall’educazione dei bambini. Aiutare i bambini a superare il normale egocentrismo è compito dei genitori e degli educatori. I bambini vanno aiutati ad incontrare l’altro (il fratello, la sorella, il compagno di giochi) e a scoprire che se si vuole godere della relazione è necessario lasciare da parte l’egoismo, che impedisce di costruire una relazione appagante con l’altro. C’è una frase che può agevolare i bimbi nella loro quotidianità superare il naturale egocentrismo: “Nulla per me che non sia anche per l’altro”. Dovrebbe essere ripetuta centro volte al giorno dai genitori, dagli insegnanti, scritta sulle pareti della scuola ed attaccata all’anta del frigorifero. Se da piccoli crescono con questo valore, allora da adulti sarà più facile chiudere una relazione, e magari saranno così maturi da augurare all’ex compagna il meglio che la vita potrà offrirle».

Il Centro Studi Specialistici “San Marco” è una struttura ad alta specializzazione, nata ad ottobre 2015, dall’incontro di cinque professionisti che operano nel settore da più di quindici anni, soci di Pedagogika Cooperativa Sociale Onlus. Si occupa di erogare servizi di Pedagogia Clinica, Psicologia, Psicoterapia, Mediazione Famigliare e Counseling. Il servizio è gestito da Pedagogika Cooperativa Sociale Onlus ed opera in diverse sedi del Veneto: in via Saviabona 137 a Monticello Conte Otto (Vicenza), in Piazza della Libertà 9 a Bussolengo (Verona), in via Psaro 1 a Belluno, in via Feltre 3 a San Donà di Piave (Venezia) presso Il Portico Cooperativa Sociale, in via Sisemol 109 a Crosara di Marostica (Vicenza) presso la Congregazione dei Missionari della Divina Redenzione.

 
 

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