A Verona un nuovo centro di ricerca per la psichiatria: il Cochrane Global Mental Health

 
 

 

Il Centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la ricerca e la formazione in salute mentale della università di Verona ha da poco festeggiato i 30 anni di attività; ora la psichiatria veronese si arricchisce di un nuovo centro di ricerca, il Cochrane Global Mental Health: diretto da Corrado Barbui e Marianna Purgato, docenti del dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’università scaligera, ha come missione quella di raccogliere e sintetizzare le migliori evidenze scientifiche sulla efficacia dei trattamenti in psichiatria.

Archie Cochrane (1909-1988) è stato un ricercatore medico scozzese, che ha contribuito enormemente allo sviluppo dell’epidemiologia clinica come scienza. Sotto il suo nome opera un network eterogeneo di studiosi provenienti da più di 130 paesi, insieme per produrre informazioni sanitarie affidabili, accessibili, senza sponsorizzazioni commerciali e conflitti di interesse. “Da oltre 15 anni – spiega Barbuia Verona lavoriamo assieme alla Cochrane per generare evidenze scientifiche sulla efficacia degli interventi in psichiatria e la richiesta di fondare un nuovo centro dedicato alla salute mentale globale è un importante riconoscimento per la qualità del lavoro svolto sino ad ora, oltre a essere una buona occasione per fare di più in futuro”.

La Cochrane ha affidato alla psichiatria veronese l’incarico di focalizzarsi su temi che riguardano la salute mentale globale. “Il nuovo centro è denominato infatti Cochrane Global Mental Health – aggiunge Purgatoperché dovremo lavorare alla produzione di evidenze utili a livello globale, ossia ai contesti sanitari più sviluppati ma anche a quelli dei paesi economicamente svantaggiati. Il lavoro dovrà essere focalizzato su tre assi: promozione della salute mentale, prevenzione del disagio psicologico e trattamento delle malattie psichiatriche”.

Le attività del centro Cochrane Global Mental Health sono già iniziate; attualmente sono in corso sintesi delle evidenze scientifiche sulla efficacia degli interventi psicosociali di prevenzione del disagio psicologico nei bambini e adolescenti esposti a situazioni traumatiche come guerre, violenza e povertà, sui benefici degli interventi psicologici per i rifugiati e richiedenti asilo che arrivano nei paesi europei e sulla efficacia degli interventi farmacologici nelle principali malattie psichiatriche. “Il fine ultimo di tutti questi progetti – conclude Barbui è quello di promuovere una cultura secondo cui le decisioni in ambito sanitario, che riguardino la scelta di un farmaco da prescrivere, una modalità di presa in carico psicologica o una strategia organizzativa dell’assistenza psichiatrica, tengano sempre di più in considerazione, all’interno del processo decisionale, le migliori conoscenze scientifiche a nostra disposizione”.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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