È stata pubblicata oggi la nuova edizione di Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente e Ambiente Italia che misura la sostenibilità dei 106 capoluoghi italiani attraverso 19 indicatori ambientali. I dati, aggiornati al 2024, confermano per Verona un quadro sostanzialmente immutato: la città si colloca al 73° posto della classifica nazionale, penultima in Veneto, davanti solo a Rovigo, e lontanissima dai modelli virtuosi come Trento, Mantova e Treviso.
Nonostante un leggero miglioramento — quattro posizioni in più rispetto allo scorso anno — i numeri raccontano una città ferma, con criticità croniche e pochi segnali positivi. Un risultato che, osserva Legambiente, dovrebbe essere un campanello d’allarme per un’amministrazione ormai a metà mandato e impegnata nella definizione del nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT).
Aria: inquinamento sopra le soglie OMS
La qualità dell’aria resta il tallone d’Achille di Verona. I valori medi annuali di PM10 (33 µg/m³) e PM2.5 (20 µg/m³) superano ampiamente le soglie raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (rispettivamente 15 e 10 µg/m³), e il biossido di azoto (NO₂: 24 µg/m³) si colloca oltre il futuro limite europeo previsto per il 2030.
Trasporto pubblico in calo
Sul fronte della mobilità, la città arretra ancora. I viaggi per abitante sul trasporto pubblico locale sono in diminuzione, e il tasso di motorizzazione rimane altissimo: 66 auto ogni 100 abitanti. Una situazione aggravata dai tagli alle corse, dalla scarsa offerta serale e dal sostanziale fallimento del servizio a chiamata Scipione, giudicato inadeguato da Legambiente.
“La nuova filovia è ancora un cantiere — osserva Andrea Gentili, presidente di Legambiente Verona —. Finché non sarà operativa, la mobilità pubblica resta un problema. Servono orari estesi, quartieri ben collegati e una rete integrata, altrimenti i cittadini continueranno a usare l’auto e l’inquinamento non calerà.”
Ciclabilità e pedonalità: rete spezzata e dati mancanti
Anche l’indicatore della ciclabilità equivalente scende da 11,5 a 10,9 metri per 100 abitanti, segnalando una rete frammentata e poco sicura. Invariati i dati su isole pedonali (16 m²/100 ab), tra i più bassi del Veneto, mentre resta “non disponibile” il dato sull’estensione della ZTL, che il Comune non comunica da anni.
Raccolta differenziata in crescita
Unico segnale incoraggiante arriva dal fronte dei rifiuti: la raccolta differenziata passa dal 51,6% al 57,4%, grazie all’introduzione dei cassonetti “intelligenti” e al sistema misto con porta a porta. Tuttavia, Verona resta sotto la media nazionale e distante dagli obiettivi regionali, con dubbi sulla qualità effettiva della raccolta.
Energia: Verona sul podio grazie ai vecchi impianti
Sul fronte energetico, Verona si conferma tra le prime tre città italiane per potenza installata da fonti rinnovabili su edifici pubblici. Un risultato però legato soprattutto a impianti realizzati oltre dieci anni fa, come quelli sullo stadio Bentegodi e sugli edifici scolastici. I nuovi progetti, sottolinea Legambiente, si fanno attendere, anche se vengono riconosciuti alcuni segnali positivi per il teleriscaldamento geotermico e le prime Comunità Energetiche in fase di studio.
“Il PAT è la vera occasione di svolta”
“Il report arriva in un momento politicamente decisivo — aggiunge Gentili —. Con il nuovo PAT, Verona può scegliere se restare ferma o cambiare rotta. Servono scelte vincolanti su trasporto pubblico intermodale, piste ciclabili protette, fotovoltaico e consumo di suolo. La pianificazione deve uscire dai principi generali e diventare azione concreta.”
Un quadro, quello di Ecosistema Urbano 2025, che conferma Verona in coda alle città sostenibili, ancora lontana dal modello di città “verde” che la transizione ecologica richiede.







































