Verona é candidata come capitale italiana della cultura 2022

 
 

All’interno di uno dei prossimi cantieri cittadini. Il percorso per raccontare alla città il dossier ‘VERONA 2022. La Cultura apre nuovi mondi’ è iniziato ieri dall’ex Caserma Santa Caterina. Un’area militare dove verranno realizzati i depositi unificati dei musei civici, un altro polo culturale cittadino pronto a nascere e a cambiare il volto di Verona.

Si è tenuto ieri pomeriggio il primo incontro pubblico, aperto alla cittadinanza, per illustrare nel dettaglio il progetto che ha disegnato la strada per la candidatura di Verona Capitale italiana della Cultura 2022. Un dossier sui cinque ‘mondi’ che, a vario titolo, contribuiscono a rendere la nostra città una eccellenza per il patrimonio storico e artistico nazionale. E che verrà svelato di settimana in settimana.

Ad aprire l’appuntamento dedicato al terzo capitolo ‘Open Culture – Visitare patrimoni’ l’assessore alla Cultura con i saluti del presidente della Regione Veneto. “La candidatura di Verona a Capitale Italiana della Cultura 2022 è davvero un’opportunità di valorizzazione e di promozione di una città, ricca di storia e tradizione, un’eccellenza per il suo patrimonio artistico, archeologico e culturale”. Queste le parole del Governatore.

Inizia oggi il racconto di un lungo percorso, un lavoro significativo fatto a più mani per la città e la valorizzazione di tutto il suo patrimonio culturale, sia quello conosciuto che quello meno noto – ha aggiunto l’assessore alla Cultura -. Incontri organizzati direttamente nei luoghi coinvolti dal cambiamento cittadino, che i veronesi potranno vedere dal vivo. Qui oggi sono rappresentate tutte le Istituzioni e realtà che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di questo dossier, facendo rete per mettere assieme competenze e progetti. Un’occasione per la nostra città di aprirsi al mondo nella direzione dell’accessibilità, del fare sistema e della sostenibilità economica”.

Tre le tematiche approfondite: la riscoperta della storia cittadina, l’accessibilità degli antichi patrimoni culturali attraverso nuovi linguaggi e tecnologie, il far rete mettendo in connessione i diversi spazi culturali. Si è parlato anche dei progetti sui depositi unificati, sul percorso museale interno all’Arena, sul primo Museo statale della città e sul laboratorio medievale Dantesco. Durante il pomeriggio sono intervenuti anche il Soprintendente Vincenzo Tinè, i direttori dei Musei Civici Francesca Rossi, del Museo archeologico nazionale di Verona Federica Gonzato e del dipartimento Cultura e civiltà dell’Università di Verona Arnaldo Soldani. Così come Angelo Bertolazzi dell’Università di Padova e Paola Boscaini della Biblioteca Capitolare. Presente anche l’assessore alla Pianificazione urbanistica, oltre a diversi consiglieri comunali.

 
 

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