Verona ‘Città che legge’ (troppo poco); progetto e concorso del Comune

 
 

Un’alleanza aperta a tutti i soggetti della filiera del libro, per promuovere sul territorio veronese la lettura e fare in modo che diventi un’abitudine sociale quotidiana.
Il primo passo per candidare Verona a ‘Città che legge.

E’ il ‘Patto di Verona per la lettura’, un protocollo d’intesa sottoscritto tra Comune e, ad oggi, 73 soggetti pubblici e privati, rappresentativi di associazioni, reti e sistemi della filiera del libro e della lettura veronese.
L’obiettivo è quello di fare rete con la città, impegnando le parti ad attuare, in modo trasversale, azioni di promozione del libro nel rispetto del diritto di tutti alla lettura. Si tratta del primo passaggio per consentire a Verona di ottenere, da parte del Centro per il Libro e la Lettura, d’intesa con l’ANCI, la qualifica di ‘Città che legge2022-2023.

Tutto ciò si ottiene attraverso la stipula di un Patto Locale nel quale viene prevista una stabile collaborazione tra enti pubblici, istituzioni scolastiche e soggetti privati, per realizzare azioni condivise di promozione delle letture, con l’obiettivo di superare le disuguaglianze culturali e di contrastare le povertà educative.
Con il Patto il Comune si impegna a ricoprire il ruolo di coordinamento delle iniziative.
Per ottenere il riconoscimento, inoltre, l’amministrazione locale deve rispondere a requisiti particolari.
Nello specifico: garantire la presenza di una o più biblioteche di pubblica lettura regolarmente funzionanti, oltre all’esistenza di una o più librerie private. Ancora, l’ente locale, assieme a scuole, biblioteche, associazioni cittadine, deve aver partecipato ad uno dei progetti nazionali del Centro per il Libro e la Lettura.
L’ottenimento della qualifica e il conseguente inserimento nell’elenco delle città che leggono, consente al Comune di partecipare ai bandi specifici che il Centro per il Libro e la Lettura pubblica annualmente per attribuire contributi economici, premi e incentivi ai progetti più meritevoli presentati.

Ad illustrare il progetto gli assessori alle Politiche educative e scolastiche e alle Biblioteche Elisa La Paglia e alla Cultura Marta Ugolini.
Un’avventura importante che inizia – sottolinea l’assessore La Paglia –, il cui avvio, viste le scadenze molto ravvicinate, è stato un piccolo miracolo reso possibile dall’assessora Ugolini e dagli uffici del Comune. Il primo passo è stato la costruzione di una rete, con la richiesta di adesione a tutti i soggetti interessati. La lettura è fondamentale per la vita socio educativa di una comunità. Ed è per questo che abbiamo ritenuto importante, per il benessere di Verona, inserirci in questo percorso virtuoso, che di fatto potenzierà la rete delle nostre biblioteche. Il riconoscimento di Verona come ‘Città che legge’ permetterà, infatti, di aderire ad una rete nazionale che scambia buone pratiche ed esperienze sul tema della lettura, ma soprattutto consentirà di consolidare la rete tra soggetti pubblici e privati valorizzando la ricchezza libraria di Verona. Il progetto apre a infinite possibilità, che verranno costruite in sinergia per potenziare l’adesione dei singoli e dei gruppi”.

Il riconoscimento di Verona come ‘Città che legge’ – aggiunge l’assessora Ugolini – renderà possibile concorrere a bandi del Ministero della Cultura per la diffusione della lettura. Va ricordato che in Italia la percentuale di cittadini che legge un libro all’anno è del 40%, con un’ampia dispersione per classi di età. La percentuale scende al 15% quando si considera la lettura di tre libri l’anno. Si tratta quindi di un campo allargato in cui muoversi, per la diffusione della lettura fra i cittadini. Il Comune, oltre a svolgere l’azione di coordinamento, attuerà una serie di provvedimenti concreti, come iniziative di conoscenza dei luoghi della lettura, delle professioni legate all’editoria e di promozione del dialogo con gli autori. Sono ancora aperte – conclude Ugolini – le adesioni per istituzioni culturali no-profit e per le realtà commerciali come librerie, case editrici e riviste, sia all’interno del Comune di Verona, sia nei Comuni della provincia. L’obiettivo è di allargare quanto più possibile la rete, coinvolgendo tutti i soggetti interessati.

 
 

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