Sono dure le parole del presidente della commissione politiche giovanili della Lega Andrea Velardi che, in scia a Selvaggia Lucarelli, commenta così Pier Paolo Spinazze’, in arte “Cibo”, sufficientemente contraddittorio nelle sue lezioni da moralizzatore: “gli scrittori, secondo Italo Calvino, scrivono perché sperano di esser scoperti dai loro lettori. Il libro che mostra il vero volto di cibo è Facebook.”
Tutti coloro che lo sostengono, davanti alla realtà emersa hanno due scelte: ricredersi o esser facce della sua stessa ipocrisia. Colui che ha dipinto una città come quello che non è si è rivelato uno dei peggiori fomentatori d’odio. I suoi post sono di una violenza e gravità tale, che citarli sarebbe diseducativo per i giovani lettori e oltraggioso verso tutte le donne.”
Concordano gli altri consiglieri comunali Anna Grassi, Laura Bocchi, Thomas Laperna, Paolo Rossi, Roberto Simeoni e Alberto Zelger che aggiungono:
“Ci aspettiamo una pubblica risposta da quella parte di politici che hanno sempre sostenuto e preso come esempio e simbolo il writer che sui social quotidianamente si scaglia con superiorità contro la Lega e il leader Matteo Salvini e invece si è dimostrato essere un esempio di maleducazione e mancanza di rispetto”.