Era il 4 novembre del 1922, quando Howard Carter fece uno dei più grandi regali all’intera umanità, scoprendo l’ingresso della Tomba di Tutankhamon risalente al 1320 a.C.
« Vedi qualcosa? Sì, cose meravigliose, scintilli dorati da ogni e dove! » avrebbe affermato Carter accingendosi ad entrare nel sacrario del sovrano Egizio.
Grazie a questa scoperta, KV62 (King’s Valley 62, dove il numero sessantadue indica il numero progressivo delle scoperte fatte) nella Valle dei Re a Luxor, fu ed é ancora oggi possibile studiare e capire una sepoltura dell’antico Egitto praticamente intatta.
Un lavoro iniziato almeno vent’anni prima del ’22: furono più archeologi a lavorare alla ricerca di qualche tesoro nella zona, ma solo Carter ebbe la fortuna, capacità e intuizione di dedicarsi ad un particolare lembo di terra della Valle. Tutto ciò fu possibile grazie alle sovvenzioni dell’inglese George Herbert.
Ancora oggi é considerata una delle più grandi scoperte dell’Egittologia, basti pensare che occorsero altri dieci anni all’archeologo inglese per estrarre reperti di ogni tipo.
La camera funeraria di Tutankhamon “riposa” oggi all’interno del Museo Egizio del Cairo, assieme a moltissimi reperti trovati nella tomba.