Vanzetto contro Grillo: “indignata e ferita come donna”

 
 

“Come unica rappresentante del Movimento 5 Stelle nel consiglio Consiglio comunale a Verona rivendico il dovere e il diritto di esprimere il mio più totale e incondizionato rigetto dell’aberrante strumentalizzazione mediatica messa in scena da Beppe Grillo in relazione alla vicenda giudiziaria che coinvolge suo figlio. Mi sento indignata e ferita come donna, come madre e come professionista: non solo per l’uso distorto e lo sfruttamento che si è permesso di fare della sua visibilità pubblica, ma anche per il messaggio che ha trasmesso”.

Non usa mezzi termini Marta Vanzetto, Consigliere comunale e Capogruppo del MoVimento 5 Stelle. L’affondo poi continua.

“Ho il privilegio e l’onere di essere madre di una ragazza e di un ragazzo, e posso immedesimarmi nel dolore dei genitori di entrambi i giovani coinvolti in questa vicenda. Ma pur comprendendo lo sgomento di un padre travolto da eventi gravi e inaspettati, nondimeno considero gravissimo che si usi la propria fama e il proprio enorme megafono politico per rivendicare davanti al pubblico l’innocenza di un familiare. Non si possono arruolare a forza i voti di milioni di cittadini per fatto personale.

Il Beppe Grillo padre comunica dall’alto una lettura personale dei fatti come se la sua fosse l’interpretazione autentica e incontrovertibile, e lo fa approfittando della sua notorietà. Non solo: lo fa addirittura denigrando le donne e la presunta vittima. E così questa vicenda ruota intorno a chi forse approfitta di qualcuno ubriaco, e chi invece approfitta della propria notorietà.

Non so se il figlio di Grillo sia uno stupratore o, come lo definisce lui, un “coglione”. Ma il mio giudizio come donna attiva in politica è che Beppe Grillo non può più essere garante di un movimento che rivendica l’autonomia dei magistrati, che si batte per i diritti delle donne e che sostiene che la giustizia debba fare il suo corso, costi quel che costi. E come madre sono altrettanto certa che gli stupratori, se riconosciuti tali, devono espiare la loro pena. E che gli uomini “coglioni” devono espiare anche le loro colpe umane, oltre a intraprendere un percorso di riabilitazione insieme alle famiglie dalle quali non hanno evidentemente appreso né il rispetto per gli altri né quello per sé stessi.

Vicende drammatiche come questa sono purtroppo frequenti, come dimostrano le cronache anche recenti del nostro territorio. Per questo a maggior ragione vedere che addirittura esponenti politici di tale rilievo tentino di addossare la responsabilità alle vittime, svuotando di significato le gravi condotte di uomini senza valori etici, ci fa capire quanto siamo ancora lontani da un concreto rispetto dei diritti delle donne.

Infine, come esponente politico in Consiglio comunale a Verona, devo anche trarre una conseguenza. Se proprio per rispetto di chi mi ha eletta continuerò a rivendicare i valori fondanti del Movimento – oggi non sempre sostenuti con la necessaria trasparenza e coerenza nemmeno da chi lo dirige – invito però i vertici a chiedere un inevitabile passo indietro a un garante che ha tradito la sua missione bruciando le fondamenta stesse della casa politica che molti avevano contribuito a costruire”.

 
 

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