Umiliazioni, lesioni e offese a sfondo razziale, scenario inquietante

 
 

“Uno scenario inquietante, che riporta alla mente di tutti/e noi le mattanze già viste in altre città e in altri anni. Fatti indegni in un Paese democratico e civile e che vanno visti nel loro insieme”.

Inizia così il comunicato di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto relativamente agli inquietanti fatti di violenza accaduti al personale della Questura di Verona.

“Crediamo che non sia sostenibile la tesi delle “mele marce”, dell’eccezione rispetto a un contesto sano. Così argomentando non si vedrebbe il cuore della questione.

Il problema delle violenze da parte dei funzionari della pubblica sicurezza, in particolare nei confronti delle persone più fragili e delle minoranze, esiste e va considerato per quello che è: un grave problema per la democrazia e, al contempo, un riflesso della crisi dei nessi di solidarietà, rispetto e cultura dei diritti della nostra società.

La politica e la società tutta deve interrogarsi a fondo sui nessi di tali violenze con il clima di intolleranza e odio nei confronti di chi è percepito come diverso (ma diverso rispetto a chi?).

Pensiamo che le parole d’ordine razziste, nazionaliste, intolleranti, che campeggiano da anni negli slogan della destra, ad esempio nei confronti delle persone migranti, siano una parte decisiva di questo clima. Il fatto che riguardi anche pezzi della pubblica sicurezza non è una novità, ma conferma la gravità e la pericolosità del quadro attuale.

In questo contesto, il dichiarato obiettivo della maggioranza di abolire il reato di tortura è un vero e proprio abominio politico e giuridico e ci deve far comprendere il salto di qualità che questa destra sta compiendo: dalle parole (che sono, sempre, pietre) ai fatti.

Come Sinistra Italiana di Verona e del Veneto condividiamo e sosteniamo la proposta già depositata in Senato da Alleanza Verdi Sinistra (prima firmataria Ilaria Cucchi) in materia di bodycam e identificazione del personale delle Forze di polizia in servizio di ordine pubblico.

Questo e altri recenti casi dimostrano quanto sia necessaria, inoltre, una vera e propria “manutenzione democratica” continua delle forze di polizia, con percorsi di formazione, studio, monitoraggio, sostegno psicologico, ecc.

Siamo ancora alla fase delle indagini ma, quando si arriverà alla celebrazione del processo, alla luce di quanto finora emerso, crediamo che tutte le istituzioni (dal Comune al Ministero dell’Interno) debbano esercitare il proprio ruolo anche costituendosi parte civile”.

 
 

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