Umberto Galimberti dialoga coi giovani: serata al Pasoli, giovedì 12 aprile

 
 

Argomentare con intelligenza è dote rara: nel pollaio di vacuità mascherate dalla voce grossa, ritrovare ascolti dai contenuti profondi e dai toni garbati è occasione imperdibile. Eccone una giovedì 12 aprile all’istituto Pasoli (via Dalla Corte, 15, ore 20.45), protagonista il filosofo e scrittore Umberto Galimberti, a presentare il suo ultimo libro, “La parola ai giovani – Dialogo con la generazione del nichilismo attivo”.

La serata è proposta dall’associazione Prospettiva Famiglia, nell’ambito del progetto “Incontro con gli autori, la letteratura, il giornalismo”, in collaborazione con la libreria “Jolly del libro” e la rete di scuole “Scuola e territorio: educare insieme”.

I genitori devono difendere sempre gli insegnanti, altrimenti minano la sfera dell’affettività e dunque la crescita dei loro figli. Alle maestre occorrerebbe dare lo stipendio dei professori universitari perché fanno un lavoro pazzesco. Occorrono insegnanti affascinanti, ma oggi il ragazzo si deve ritenere fortunato se su nove docenti ne ha due carismatici”: così Galimberti affronta una questione oggi molto discussa e spesso al centro delle cronache.                      “Prima di essere mandati in cattedra, gli insegnanti dovrebbero essere sottoposti a un test di personalità, per comprendere se hanno la passione dell’insegnamento, ma da parte loro i genitori devono mettersi in testa che i docenti devono essere difesi. Sempre”.

Le maestre – ribadisce l’Autore – vanno difese, sempre. Quando i bambini vanno a scuola sviluppano nuovi binari di affettività, soprattutto quello bambino-maestraSe i genitori parlano male delle maestre, devono sapere che stanno violentando la sfera dell’affettività del bambino. Una delle prime manifestazioni della schizofrenia, che notiamo alla fine dell’adolescenza, è la scissione dell’affettività. Non diventano tutti schizofrenici, ma certo questa cosa non contribuisce alla sfera armonica dell’affettività. Se uno parla male dell’altro, poi il bambino non si fida di nessuno; poi non ci meravigliamo se da più grande combina dei guai e lo troviamo a lanciare sassi dai cavalcavia o a fare il bullo”.

Sul rapporto genitori-figli-scuola, “espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge. E alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a suola senza protezioni: lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se questa è prolungata negli anni, come vedo, porta a quell’indolenza che ritroviamo in età adulta. E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro: a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? E’ folle. Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”.

Daniela Galletta, docente e coordinatrice della rete “Scuola e Territorio: Educare insieme”, nonchè referente dell’associazione Prospettiva Famiglia, caldeggia la partecipazione: “Un momenti di riflessione con una figura intellettualmente importante, aperto a studenti, famiglie, a tutta la società, per analizzare problemi troppo spesso inutilmente affrontati con silenzio o scontro e che, invece, trovano soluzione attraverso il ragionamento ed il confronto“.

 
 
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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