Trazione difensiva significa solidità. Così si vincono le partite

 
 

Prima della sosta mondiale i punti di distacco dalla Salernitana erano 12 e le celebrazioni funebri si sprecavano. Sembra passato un secolo da quel periodo con difesa colabrodo e attacco asfittico. Poi il piccolo maquillage di mercato, unito alla nuova preparazione fisica, ha rimesso in moto il motore, il cui rombo ora ne spaventa tanti. Il nuovo corso molto probabilmente costerà la panchina a Nicola e facilmente anche a Gotti, entrambi risucchiati nella zona rossa, entrambi vittime dell’ingombrante ombra gialloblù più che da demeriti di risultati di classifica.

Sponda Verona, invece, di nefasto non c’è più nemmeno la girandola della sfortuna, il cui influsso è potente quando ha a che fare con squadre di pastafrolla, debolissima quando invece le stesse dimostrano di essere più forti dell’avversario.

La ripartenza di gennaio chiarisce che al Verona è difficile portar via punti, grazie alla difesa divenuta bunker terribile, ad oggi quasi impenetrabile. Buone letture di posizionamenti e diagonali che rendono pressoché invalicabile la linea Maginot, così la retroguardia subisce pochissimo, a onor del vero impreziosita anche dal sontuoso numero 1 Lorenzo Montipo’, ieri superlativo nel dire no a Piatek.

La salvezza a due punti dice che per le sentenze finali c’è ancora tempo. Oggi nessuno da’ più il Verona per morto anche perché forse ora è la meno accreditata per retrocedere. Nessuno si illuda, la rincorsa è ancora da decifrare, ma nel lotto delle pericolanti i gialloblù sono quelli che stanno meglio, acquistano fiducia su fiducia e percepiscono le aumentate difficoltà altrui. D’altronde il profumo della preda è nelle narici di chi insegue e, da questa prospettiva ora ravvicinata, i ragazzi di Zaffaroni sentono di poter fare un sol boccone di Spezia e Salernitana. La rincorsa continua.

 
 

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