Trasporti, Bertucco: “Serve una svolta. Il Veneto fermi le autostrade e investa sul trasporto pubblico”

 
 

Correva l’anno 2020 quando la Regione Veneto presentava il “nuovo” piano dei trasporti. Un documento che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto segnare una svolta nella mobilità regionale, ma che secondo Michele Bertucco, candidato di Alleanza Verdi e Sinistra alle prossime elezioni regionali, si è rivelato l’ennesima occasione mancata.

«Nuovo per modo di dire – osserva Bertucco – perché, come quello del 1990, manteneva intatta la sua visione autocentrica, refrattaria alle urgenze dettate dalla crisi climatica e ai mutamenti della società e della sensibilità collettiva».

A cinque anni di distanza, denuncia il candidato, di quel piano non è stato realizzato praticamente nulla in materia di mobilità pubblica: «Il biglietto unico resta una chimera, il sistema ferroviario metropolitano regionale – il famoso SFMR – per Verona e Vicenza è rimasto una leggenda metropolitana, un unicorno di cui si continua a parlare ma che nessuno ha mai visto».

L’unica grande opera portata a termine, sottolinea Bertucco, è «una costosissima e tossica autostrada, la Pedemontana Veneta», che ora il centrodestra vorrebbe inserire «nel calderone delle autostrade venete, sacrificando anche quelle gestite correttamente».

Per Bertucco, la priorità deve tornare a essere il trasporto pubblico: «Con il sostegno dei cittadini e delle cittadine mi candido per cambiare lo stato delle cose, promuovendo lo sviluppo del trasporto pubblico provinciale e interprovinciale, che è anche uno strumento essenziale per combattere l’inquinamento».

«Il territorio – conclude – ha subito decenni di saccheggio e devastazioni. È ora di tornare a prendersene cura».