Per Tosi niente Duomo, si consola con la Channukkà ebraica

 
 

In tutt’Italia, da qualche tempo, si celebra la cosiddetta Channukkà, festa ebraica delle luci, iniziata quest’anno in corrispondenza col Natale.

La festività ricorda quando, nel II secolo a.C., i maccabei prevalsero sui greci, che volevano spogliare gli ebrei della loro identità: a consacrare il nuovo altare del Tempio di Gerusalemme fu una piccola quantità d’olio, che per miracolo diede la luce per otto giorni. Ogni famiglia ebraica accende la «Chanukkià» (ossia un candelabro come quello in foto, a 9 braccia) per otto sere in casa, vicino alla finestra, per mostrare il miracolo, e da qualche tempo si celebra in strada, per condividere con tutti i cittadini l’accensione dei lumi.

La festa dell’identità ebraica, a Verona, viene celebrata in Piazza Erbe, ove viene posizionata la Chanukkià. Per anni, il Sindaco Flavio Tosi ci ha abituati alla presenza in Duomo assieme a Giuseppe Zenti, che gli fece pure tenere un sermone, destando il disappunto di molti.

Quest’anno non si hanno avute notizie di omelie tosiane dall’ambone del Duomo, ma tramite i “social media” è circolata la foto di Flavio Tosi in Piazza Erbe, tra due rabbini, davanti alla luce del grande candelabro dell’identità religiosa giudaica. Chi scrive non ha notizie di conversione alla religione talmudica del primo cittadino, ma assieme a numerose persone, soprattutto cattoliche (ma non solo) ha evidenziato l’inopportunità di un simile gesto. In generale, chi rappresenta pubblicamente una città, dovrebbe avere una sensibilità ed attenzione particolare quando si fa fotografare con determinate persone, siano esse religiose che laiche, proprio per evitare di dar adito a polemiche o altro. Se proprio in questo periodo, un uomo pubblico si fa fotografare con autorità religiose che non riconoscono in quella Natività il Messia, ossia il Figlio del Dio vivente, che nel Talmud viene pure vilipeso e maledetto con tutti i suoi fedeli, addirittura di fronte al simbolo identificativo di chi vuole, invece, incarnare la vera luce (l’identità ebraica) sulle tenebre (cristiane?) come si può parlare di sensibilità verso il Cattolicesimo, che ancora è la religione degli italiani e di sana laicità?

Inoltre, è sempre maggiore, oggi, l’annacquarsi dell’identità cristiana e culturale europea, all’interno di un Sistema mondialista, multiculturale e multireligioso, che per molto tempo anche Flavio Tosi ha combattuto. Che senso ha partecipare, quindi, alla rivendicazione pubblica dell’orgoglio israelita? Lo vedremo partecipare anche al Ramadan, per non far torto a nessuno?

La simbologia della festa ebraica di questi giorni vuole che l’olio, protagonista del miracolo, rappresenti la distinzione dell’identità che convive con le altre senza annullarsi – spiega Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino. Il sindaco della nostra città si riconosce, dunque, in tale identità, che, peraltro, porta con sè anche l’ eredità storica della condanna a morte del Cristo da parte del Sinedrio, oppure nella Natività del Messia di Betlemme? Oppure sta con ogni identità perché non vuole avere nessuna identità? Fosse affermativa l’ultima domanda, sarebbe davvero necessaria una tessera ad honorem del PD.

 
 
Nato in Val di Fassa nel 1976, ma Veronese "de soca" da generazioni, si è diplomato al Liceo Classico "Alle Stimate". Dopo aver studiato per due anni Giurisprudenza, prima a Ferrara e poi a Verona, ritiene opportuno entrare nel mondo del lavoro. E' sposato dal 2001 e lavora da 15 anni per un Ente pubblico economico. Eredita dalla famiglia la passione per la lettura, per la politica e per il giornalismo, mentre è alle elementari che nasce quella indissolubile per l'Hellas Verona e per il calcio in second'ordine. Ama Dio da Cattolico tradizionalista militante, la Patria e la Famiglia, stare con gli amici, pochi ma buoni, l'allegria e il realismo, l'onestà e la trasparenza. Se qualcuno lo addita come persona all'estrema destra del Padre, diciamo che non si offende.

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