Tommasi e PD contro test anti-droga. Polato: “Ipocrisìa, pessimo esempio per la città”

 
 

Prime e certamente non ultime scintille di quest’avvio di stagione autunnale all’interno della politica scaligera a Palazzo Barbieri.

Durante la Sessione Ordinaria del Consiglio Comunale di ieri, giovedì 22 settembre, nella parte dedicata ai lavori di discussione delle mozioni, una in particolare ha destato particolari fibrillazioni in tutta Sala Gozzi.

La numero 2/2022 precisamente, a firma dell’intero gruppo di Fratelli d’Italia prevedeva di effettuare dei test anti-droga, su base volontaria, per tutti gli eletti e nominati nelle istituzioni del Comune di Verona.
Il costo – come previsto dall’ordinanza – sarebbe stato totalmente a carico degli stessi Amministratori.

Alcuni componenti della sinistra hanno asserito ci fosse una possibile violazione della privacy per i rappresentati eletti dal popolo e, dopo un primo rinvio del voto, il sindaco Damiano Tommasi e il Partito Democratico hanno bocciato la mozione con 22 voti contrari. Ho voluto presentare questa mozione perché sono fermamente convinto che chi occupa cariche pubbliche sia moralmente obbligato a dare il buon esempio” afferma il consigliere comunale Daniele Polato.
Il fatto che Tommasi e il PD, prima rimandino la mozione per motivi legati alla privacy e poi boccino la mozione sfoggiando una discutibile retorica del nulla, è un chiaro segno di ipocrisia.

“Ho trascorso la mia esperienza amministrativa
– conclude Polato – a lottare contro “i venditori di morte” e continuerò a farlo. Certo è che, se l’attuale maggioranza rifiuta di sottoporsi al test anti-droga, non è un bell’esempio che questa amministrazione dà alla città e alle nuove generazioni.

 
 

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