Telecamere di sorveglianza abitazioni: la visuale pubblica va oscurata. Limiti e divieti

 
 

Il TAR della Basilicata è stato chiamato a decidere del caso in cui il proprietario di una casa ha ricevuto un’ordinanza di rimessione in pristino per alcuni interventi considerati abusivi dal Comune. Tra questi anche l’installazione di quattro telecamere tutte orientate all’interno della proprietà privata tranne una montata a sbalzo sulla recinzione con un angolo di ripresa che eccede la proprietà privata visualizzando la pubblica Via


     Furti e rapine nelle abitazioni sono all’ordine del giorno, come fare per ptrogersi? Uno dei modi è quello di installare telecamere di sorveglianza nella propria proprieta, ma con alcini limiti nell’esercizio di ripresa. Il Caso trattato dal TAR di potenza riguarda l’installazione da parte di un privato di quattro telecamere nella propria area abitativa. Il Responsabile dell’Area Tecnica del Comune con un provvedimento ha ordinato la rimozione di alcuni abusi edilizi tra cui le 4 telecamere con ripresa su Via pubblica. In realtà solo una delle telecamere, quella posizionata a sbalzo all’esterno della proprietà privata, riprende l’area pubblica antistante il cancello di accesso all’abitazione del ricorrente.

Il proprietario ha presentato ricorso e nella Camera di Consiglio dell’8 gennaio 2025 è passato in decisione.

Per i giudici amministrativi il gravame di cui all’ordinanza del Comune risulta fondato con riferimento alla telecamera, che ha “un angolo di ripresa che eccede la proprietà privata”, in quanto “è posizionata a sbalzo all’esterno della proprietà privata con ripresa su area pubblica oltre che sul cancello di accesso all’abitazione”, atteso che l’installazione di una telecamera non può essere qualificata come un intervento edilizio abusivo, soggetto all’autorizzazione paesaggistica o alle sanzioni previste dagli artt. 31 e 32 del DPR n. 380 del 2001.

Il Tribunale, inoltre, richiama quanto disposto dal Garante della Privacy con il provvedimento n. 477 del 12.10.2023, ai sensi del quale gli impianti di videosorveglianza delle abitazioni: A) devono avere telecamere con “angolo visuale limitato alle sole zone di propria pertinenza, anche eventualmente attraverso l’attivazione di una funzione di oscuramento delle parti eccedenti”, e non devono riprendere “immagini in aree comuni (anche di tipo condominiale quali scale, androni, parcheggi), luoghi aperti al pubblico (vie o piazze) o aree di pertinenza di terzi (giardini, terrazzi, porte o finestre di pertinenza di terzi)”; B) con la puntualizzazione che può essere estesa “la ripresa anche ad aree che esulano dalla propria rispettiva pertinenza” “soltanto in presenza di situazioni di rischio effettivo” e “sulla base di un legittimo interesse”, “adeguatamente motivato e suffragato da idonea documentazione (es. denunce, minacce, furti)”, circostanze, nella specie, non dimostrate dal ricorrente.

Le registrazioni devono essere conservate per un massimo di 7 giorni, mentre in tutti i casi in cui la telecamera privata riprenda aree pubbliche è obbligatorio installare un cartello che i segnali ai passanti la presenza del sistema di sorveglianza videosorveglianza a scopo personale.

Alberto Speciale

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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