Taglio stipendi Veronafiere. “Bene ma non benissimo”

 
 

Fa molto piacere che il taglio stipendi suggerito per i dirigenti di Veronafiere S.p.A. sia stato recepito”.

L’incipit è di Alessandro Gennari. Il consigliere precisa poi alcuni cambiamenti che giocoforza dovranno verificarsi se non si vuole colare a picco.

“Il gesto del taglio sicuramente fa squadra in un momento di difficoltà come quello dell’emergenza Coronavirus, ma il dispiacere per coloro che saranno messi in FIS dovrà far riflettere la Fiera di Verona del futuro.

Le cose dovranno cambiare, a cominciare da una maggiore trasparenza nei confronti del Comune di Verona e dei suoi Consiglieri: non possiamo essere soci di una realtà tanto importante senza avere contezza di ciò che avviene al suo interno.

Il successo di alcuni comparti è dovuto all’eccellenza in se’ che da sola traina i settori; Vinitaly, Marmomacc, Fieragricola, Fiera Cavalli, dopo l’emergenza dovranno rinnovarsi, adottando misure e strategie mai esplorate prima, soprattutto nei confronti del marketing e dei rapporti con l’estero”.

Viaggia all’unisono Marta Vanzetto, sua compagna in Sala Gozzi.

Il Sistema Verona, che gira intorno a Fiera e Lirica, non può più basarsi su introiti automatici consolidati negli anni. C’è bisogno di un rilancio massivo e quindi di ogni risorsa economica; per questo il sistema Verona deve far conto anche sulla razionalizzazione dei dirigenti aziendali e sui costi dei vertici se si vuole garantire un futuro alla città e non le proprie tasche. Il 20% di riduzione non è quello che abbiamo chiesto ma è sicuramente un buon segnale”.

 
 

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