Su il Sipario: L’Arena riapre l’Opera con Riccardo Muti

 
 

Si apre il sipario sul 98° Arena di Verona Opera Festival 2021 con due serate straordinarie: stasera e il 22 giugno si festeggia il ritorno alla grande musica in Anfiteatro nel segno della sua opera regina. A 150 anni dalla prima al Cairo, Aida viene eseguita in forma di concerto diretta dal M° Riccardo Muti, alla guida dei complessi artistici areniani dopo 41 anni. Sul palcoscenico alcuni dei più acclamati artisti verdiani di oggi: Buratto, Rachvelishvili, Zada, Maestri, Pertusi, Zanellato e i giovani Torre e Rados. L’inaugurazione di sabato è prossima al sold-out, disponibili alcuni posti per la replica del 22 giugno.

Il 24 dicembre 1871 sulle scene del Teatro dell’Opera del Cairo prendeva vita la nuova creazione di Giuseppe Verdi: il Maestro di Busseto non scriveva un titolo nuovo da quattro anni e, su richiesta del Chedivè Ismāʿīl Pascià, decise di evocare l’Antico Egitto mettendo in musica un soggetto fornitogli nientemeno che da un egittologo, Auguste Mariette, che al Cairo aveva già fondato il Museo Egizio. Verdi, con i versi di Antonio Ghislanzoni, diede alla luce un’opera complessa, appassionante, ricca di colori e raffinatezze che avrebbero creato un nuovo immaginario musicale per l’Antico Egitto, in equilibrio perfetto tra sfarzo da grand-opéra e dramma intimo.

Per la prima rappresentazione Verdi affidò la partitura alla direzione di Giovanni Bottesini, virtuoso del contrabbasso, compositore e direttore d’orchestra, mentre già lavorava al debutto milanese della nuova opera, avvenuto l’anno dopo. Dalla prima del 1871 il cammino di Aida è stato internazionale, glorioso, inarrestabile, fino ad incrociare il palcoscenico dell’Arena di Verona con uno dei massimi interpreti di Radamès, il tenore Giovanni Zenatello, che con le recite straordinarie dell’agosto 1913 omaggiò il primo centenario verdiano e allo stesso tempo creò quello che sarebbe diventato il Festival areniano.

Proprio l’Arena di Verona festeggia il 150° compleanno del capolavoro verdiano mettendo la Musica di Verdi al centro del millenario anfiteatro per due serate evento in forma di concerto. Sul podio sale il Maestro Riccardo Muti, dopo l’unica presenza il 7 agosto 1980 sempre nel segno di Verdi: allora in programma era la Messa da Requiem che, a pochi giorni dalla strage di Bologna, fu dedicata a tutte le vittime della fame e della violenza nel mondo, in un clima di tesa e intensa commozione. L’atteso ritorno del Maestro coincide con una data molto simbolica, quella in cui riprende la numerazione progressiva del festival interrotta dall’emergenza pandemica, in un’Arena aperta fino a 6.000 spettatori nel rispetto delle misure sanitarie.

Il Maestro Muti guida l’Orchestra dell’Arena di Verona e il Coro preparato da Vito Lombardi. Per l’occasione il soprano Eleonora Buratto fa il suo debutto come Aida, a fianco del tenore Azer Zada come Radamès e al mezzosoprano Anita Rachvelishvili nei panni di Amneris. Il cast annovera altre voci di consolidata esperienza e fama, come quelle di Ambrogio Maestri, Riccardo Zanellato e Michele Pertusi, e giovani talenti già acclamati nelle migliori stagioni, come la genovese Benedetta Torre, già Sacerdotessa di Aida al Festival di Salisburgo sotto la bacchetta di Muti, e il tenore triestino Riccardo Rados, per ridare fiducia e luce ai giovani italiani più penalizzati dalla pandemia, uscendo dall’ottica esclusiva dei nomi di richiamo in una stagione che vuole essere sia di altissimo livello artistico sia vessillifera dei valori fondanti la cultura e la bellezza italiana, come evidenziato sin dalla collaborazione col mondo museale del nostro Paese.

 
 

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