Su Cattolica, aeroporto e Fiera Verona rischia di essere messa all’angolo

 
 

Cattolica, Catullo e Fiera, sono le tre partite decisive della città che rischiamo di perdere. Occorre una soluzione, altrimenti Verona in un mercato sempre più globale finirebbe ai margini sul piano economico, finanziario e infrastrutturale. Il Sindaco Sboarina si muova”.

A dirlo Flavio Tosi, che esorta il Sindaco a “giocare da regista in queste tre partite, ognuna diversa dall’altra ma con un comune denominatore, non far perdere posizioni alla città”.

Per quel che riguarda Cattolica “Tutti sono concentrati nel leggere e analizzare gli appunti mossi da Ivass e CONSOB – sottolinea Tosi -. A parte che trovo ingiusto che l’autorità di vigilanza metta all’indice il contributo straordinario di Cattolica alla Fondazione Arena; Cattolica ha sempre lavorato come polmone finanziario per il territorio e anzi deve continuare a farlo. Ma il tema vero appunto è che bisogna salvaguardare proprio il legame della società con Verona, ci sono in gioco anche centinaia di posti di lavoro; ricordo che Generali è arrivata al 27%, Warren Buffet detiene il 10, ma quasi due terzi del capitale sono ancora veronesi o comunque liberi. Pertanto invito Sboarina a impegnarsi in una moral suasion con le grandi aziende veronesi ed altre istituzioni finanziarie locali per aggregare questo capitale per controbilanciare il peso di Generali”.

Quanto a Fiera e aeroporto Catullo Tosi dice: “Qui il Sindaco può invece andare oltre alla moral suasion e intervenire direttamente trattandosi di due enti partecipati dal Comune”.

Sulla Fiera, spiega Tosi, “l’aumento di capitale è stato più volte annunciato ma è fallito. Sboarina deve fare in modo che il prossimo vada in porto, per poter fronteggiare la potenza di Milano e il nuovo polo nato a Bologna, per poter confrontarsi non da posizioni di debolezza”. Mentre sul Catullo “la situazione è paralizzata da più di un anno. Anziché prendersela con Save, che ha messo 35 milioni di euro e ha salvato dal fallimento il Catullo, bisognerebbe risolvere la situazione tra i soci pubblici riuniti in Aerogest con circa il 50% di quote. Dopo tre bilanci in rosso consecutivi la legge Madia obbligherebbe Aerogest a sciogliersi, ma alcuni soci pubblici non vogliono. Risultato? La società non può più operare, nel senso che non può conferire capitali, così è fermo pure il progetto Romeo con investimenti per 60 milioni, nonostante la gara pubblica si sia conclusa molti mesi fa. L’aeroporto è paralizzato gestionalmente dal 2019, mentre servirebbero soldi per renderlo un aeroporto che sia al passo con Bergamo e Venezia. Il Sindaco Sboarina agisca e trovi una soluzione per sbloccare questa paralisi”.   

 
 

2 COMMENTI

  1. Ritorna la “balla” del salvataggio del Catullo da parte dei benefattori di Save. È già stato ampiamente affermato che i bilanci dell’aeroporto erano già in fase di risanamento, guidato dall’ex DG Bassetti. Fu proprio Tosi a consegnare il Catullo nele mani dei veneziani, con la complicità del comune di Villafranca. Si sta ancora aspettando in merito il pronunciamento della procura. Sono note le posizioni di Cantone. Insomma, si parla ormai a ruota libera, senza pudore e facendo leva sulla memoria corta dei veronesi. In ogni caso, Re Tentenna persevera.

  2. Mi sembra che Tosi invochi di nuovo il comitato d’affari …

    Sorvoliamo su Cattolica e Fiera che stanno sotto gli occhi di tutti, ma la perseveranza con cui Tosi (faccia tosta) parli ancora di Catullo ci sorprende. Lui che ha regalato lo scalo di Verona ai suoi amici Veneziani “sparla” ancora e lo trovo incredibile. Come trovo sorprendente che lui creda che noi ci crediamo a quello che dice !

    Caro ex Sindaco, ma lo sa quanti soldi sono stati spesi da Bergamo e Bologna negli ultimi decenni ? Centinaia di milioni si euro in sviluppo infrastrutturale aeroportuale, adesso una domanda semplice semplice per Lei : con 60 milioni di euro di investimenti cosa ci si può fare ?

    Rispondo io per lei ex Sindaco : poco niente !

    A Verona servono anche centinaia di milioni di euro d’investimenti per rimetterlo in sesto per non parlare di Brescia.

    Lo sanno tutti a Verona che il progetto Romeo è superato e se fosse realizzato ci condannerebbe ad aeroporto “comparsa” nello scenario degli scali del nord Italia senza soddisfare le esigenze del nostro territorio.

    E come diceva il grande Totò : “ci faccia il piacere” …

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