Le reazioni allo striscione arrivano anche dal Sindaco, da Damiano Tommasi e dal governatore Luca Zaia.
“Sulla guerra non si deve ironizzare – spiega il primo cittadino -. Io ho visto personalmente il terrore negli occhi di donne e bambini che stiamo accogliendo, in fuga da una guerra che è solo a qualche ora di macchina da casa nostra.
Gli sfottò tra le tifoserie sono sempre esistiti ma oggi lo striscione esposto non ha il sapore della goliardia perché tira in ballo una tragedia su cui non si può scherzare. Tanto più a Verona, dove l’accoglienza, la solidarietà e il cuore dei veronesi sono stati grandi. Allo stesso tempo però rispedisco con decisione al mittente le solite e stucchevoli accuse rivolte a Verona.
Fin troppe volte singoli episodi sono stati strumentalizzati e trasformati in macchina del fango sulla tifoseria e su una città intera. Addirittura oggi c’è chi, come tale Gabriella Peluso, che chiede assurde penalizzazioni nei confronti dell’Hellas addirittura la retrocessione, lo fa solo per far parlare di sé, meglio che si occupi di altro e non della nostra città”.
“Lo Sport è e deve rimanere baluardo di pace e solidarietà” – l’incipit di Damiano Tommasi.
“L’Hellas Verona non appartiene a chi calpesta le basi della convivenza civile.
Verona e i veronesi sono stanchi di doversi scusare per un’assurda minoranza.
Verona non è uno striscione!”
“E’ indegno e non c’entra nulla col tifo o col calcio lo striscione di sedicenti tifosi veronesi apparso poco prima della partita Hellas Verona-Napoli. C’è da vergognarsi a lanciare simili messaggi, altro che goliardia. Però la città di Verona non è quello striscione, anzi…”.
Così infine il presidente del Veneto, Luca Zaia.
“Verona e i veronesi sono invece sempre simbolo di accoglienza e solidarietà, basti pensare che in questi giorni le associazioni, le istituzioni locali, le famiglie o le autorità sanitarie stanno facendo il massimo per ospitare, aiutare e curare chi scappa da questa folle guerra. Quello striscione – conclude il presidente Zaia – non si può vedere, ma ripeto: Verona non è quello striscione”.