Strategie alimentari per contrastare l’obesità giovanile

 
 

Lunedì, con inizio alle ore 9, presso l’Auditorium della Gran Guardia di Verona, si terrà il Convegno: “Nutrizione e Salute”, organizzato dall’Associazione Prospettiva Famiglia, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata – Verona e il Comune di Verona, nell’ambito dei Progetti di Educazione alla Salute, Prevenzione e Benessere. E’ rivolto ai ragazzi di terza media e del biennio delle scuole superiori e ha lo scopo di presentare quanto nutrizione e attività fisica, oltre che fumo e alcol, svolgano un ruolo molto importante nello sviluppo di numerose malattie molto comuni nella popolazione come obesità, diabete, ipertensione arteriosa. Infatti, stile di vita e scelte alimentari sono determinanti per prevenire queste malattie oltre che a controllarne l’evoluzione.

Il prof. Claudio Maffeis, uno dei relatori e Direttore della Pediatria ad Indirizzo Diabetologico e Malattie del Metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, precisa: “Nel Veneto, un bambino di 9 anni su quattro è in sovrappeso, condizione che tende a persistere (dal 40 all’80% dei casi) anche nelle età successive. Il problema obesità non è solo legato al grasso in eccesso ma alle conseguenze che questo eccesso comporta a livello di pressione arteriosa, fegato, lipidi circolanti, glicemia. Recentemente, con l’aumento dell’obesità, anche il diabete tipo 2, che è tipico dell’età adulta, a cominciato a presentarsi sempre prima, anche in età pediatrica. Importanti sono anche le conseguenze nella sfera psicologica e sociale con stress da stigmatizzazione, bassa autostima, riduzione delle capacità scolastiche e delle competenze sociali. Con il rischio di assunzione di diete scorrette, spesso fai-da-te, e della comparsa di disturbi anche importanti della condotta alimentare, quali bulimia, alimentazione compulsiva, anoressia. Del resto, le evidenze della letteratura scientifica mostrano come un aumento dell’attività motoria e il miglioramento delle abitudini nutrizionali sono in grado di ridurre drasticamente il rischio metabolico”.

 
 

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