Speculazione sulla vendita di oltre quindicimila mascherine

 
 

Denunciati due imprenditori che si sarebbero rese responsabili di «manovre speculative su merci» per aver commercializzato 15 mila mascherine con un ricarico tra il 130 e il 400 per cento.

I finanzieri della Compagnia di Legnago hanno segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Verona (Sost. Proc. Silvia Facciotti) due titolari di un’attività commerciale operante nel legnaghese che da qualche settimana rifornivano di mascherine le farmacie del territorio.

La ditta individuale, con sede a Minerbe, solo recentemente aveva intrapreso il commercio di mascherine con le quali aveva notevolmente incrementato il proprio volume d’affari (nell’ultimo triennio la ditta aveva registrato un volume d’affari di circa 30 mila euro all’anno e la vendita di mascherine gliene ha fruttati 36 mila in qualche settimana).

L’ipotesi di reato è quella prevista e punita dall’art. 501 bis del codice penale («manovre speculative su merci», reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 516 euro a 25.822 euro)

Tale condotta (quantità di mascherine commercializzata e ricarico del prezzo praticato) ha causato una evidente distorsione del mercato, influenzando il prezzo finale di vendita al pubblico delle mascherine in maniera rilevante anche alla luce del numero di farmacie interessate (15 in totale).

 
 

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