“Solidarietà piena all’amico Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia. Stiamo con chi non si piega. Con chi cerca la verità, anche quando fa paura”.
Con queste parole Michele Bertucco, candidato alle elezioni regionali del Veneto, esprime lo sdegno per l’atto intimidatorio compiuto nella notte nei confronti del giornalista, la cui automobile è stata fatta saltare in aria davanti alla sua abitazione.
“Un gesto vile e gravissimo che va interpretato come un attacco alla libertà di stampa, alla democrazia e al diritto dei cittadini a essere informati” aggiunge.
Sigfrido Ranucci, con il suo impegno nel giornalismo d’inchiesta, ha spesso portato al centro dell’attenzione temi scomodi e questioni rilevanti per il bene pubblico. Nessun giornalista deve essere lasciato solo davanti alla minaccia della violenza.
Ritengo doveroso che le autorità competenti facciano piena luce su quanto accaduto e che identifichino al più presto i responsabili di questo atto intimidatorio, affinché ne rispondano davanti alla giustizia.
In un momento così delicato, è indispensabile che tutte le forze politiche e la società civile mostrino compattezza nel difendere la libertà di informare. In qualità di candidato alle elezioni regionali del Veneto, non tollererò mai che si possa cercare di silenziare una voce critica con la violenza.
A Sigfrido Ranucci, alla sua famiglia e alla redazione di Report va tutta la mia vicinanza e il mio sostegno. Chi tenta di intimidire chi denuncia, pericolosamente colpisce l’integrità stessa dello Stato di diritto” conclude Bertucco.
Anche il Pd veronese esprime solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci.
“Pressioni e intimidazioni contro la stampa sono uno degli indicatori più gravi e inquietanti del talvolta precario stato di salute della nostra democrazia.
Crediamo di esprimere il pensiero e il sentimento di tanti nostri concittadini nel dire che Verona ha un debito di riconoscenza con Ranucci e la sua squadra di Report che ha contribuito a portare alla luce relazioni e interessi opachi riguardanti ambienti cittadini e della provincia scaligera in un tempo in cui la presenza della criminalità organizzata era non solo generalmente ignorata ma anche ostinatamente negata da parte delle istituzioni cittadine, come dimostrano gli scontri avuti con l’allora Sindaco Flavio Tosi.”.
Foto: Repubblica







































