Sinistra Italiana Verona, in Arena cambiare musica finché siamo in tempo

 
 

L’Arena di Verona è il più grande Teatro stabile del mondo e – come è stato in un passato oramai lontano – dovrebbe essere un tempio tra i più prestigiosi a livello internazionale.

Il centenario della lirica a Verona è invece segnato dalla pesante interferenza del governo nazionale di destra, che ha piazzato il sottosegretario Gianmarco Mazzi a “commissariare” di fatto la musica lirica e extralirica, con una presenza assillante e con interventi diretti persino nella produzione artistica, come testimonia la ripresa televisiva della “Prima” di Aida, dove in sigla di apertura dello spettacolo è apparsa incredibilmente la dicitura “da un’idea di Gianmarco Mazzi”.

Per tacitare Cecilia Gasdia, riconfermata Sovraintendente senza ragione plausibile se non l’appartenenza politica, le hanno assommato oltre all’incarico di direzione artistica del teatro lirico, anche la presidenza della sempre più assurda Società di gestione della musica extralirica, che condiziona grossolanamente la qualità delle Opere, perché con i suoi spettacoli pop a go-go ne ostacola l’attività delle prove, insufficienti e sbrigative.

Il Comune è proprietario unico dell’anfiteatro Arena.

Può decidere legittimamente con una semplice delibera di giunta di ricondurre tutta l’attività di musica pop nell’ambito delle proprie competenze, svuotando di ruolo la fantomatica società a responsabilità limitata, che solo ai tempi di Tosi Sindaco è stata istituita e che oggi rappresenta un vero e proprio spreco di risorse con costi inutili di personale e opacità di gestione (basti pensare che la Gasdia ha negato al Consiglio Comunale la risposta alla richiesta diretta di documentazione sulla società).

Non si comprende perché il sindaco della città, più volte schiaffeggiato in malo modo dalla dirigenza di Gasdia e soci, non utilizzi questa facoltà lineare, tanto temuta da Mazzi, perché riporterebbe a gestione pubblica e trasparente la società dalle uova d’oro.

L’esempio virtuoso da seguire è quello dell’Estate teatrale di Verona, gestito direttamente dal Comune al Teatro Romano, addirittura come impresario con attività qualificate di coproduzioni teatrali.

La linea giudiziaria, scelta da Tommasi dopo l’ennesimo colpo di mano della Sovraintendente, è tortuosa, sterile, perché lascia intanto campo libero alle decisioni della controparte, tutta difensiva e logorante proprio per il sindaco che la persegue.

Occorre rilanciare la lirica e la cultura a Verona, coinvolgere i lavoratori dell’Arena, le masse artistiche, le forze sane della città, penalizzate (anche sul piano economico) dall’attuale gestione clientelare e affaristica, incentrata su uno sfavillio di facciata, che nasconde la crisi evidente e i problemi gravissimi dietro le quinte del teatro.

Sinistra Italiana Verona

 
 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here