Immobile in trincea. L’avamposto, presidiato a protezione dei sodali, al momento tiene ma da un momento all’altro potrebbe saltare. Basterebbe la sola decisione del Generale e finirebbe tutto. Nove Colonnelli all’assalto non bastano perché l’obiettivo non è annichilire ma depotenziare firmando un trattato di pace, al momento non condiviso.
Se Atene piange, Sparta non ride
Come per Atene e Sparta, note per essersi trovate spesso in conflitto, al fine di affermare che, malgrado le storiche differenze e i lunghi contrasti, qualora una delle due si trovi in una situazione difficile l’altra non ha vita più facile, identica dinamica rintocca nella Giunta veronese, con i rapporti umani che andrebbero a farsi benedire senza tanti ripensamenti se non ci fossero logiche di unità preminenti per non correre rischi di ulteriori sfaldamenti improvvisi.
Un tira e molla di oltre un mese che lascia una sola interpretazione: così non se ne fa nulla. Premete pure il grilletto se volete. Tic Tac, Tic Tac. Non c’è la firma, nemmeno alcuno sparo ma lo sforzo di concretizzare l’emendamento salvifico, sintesi di condivisione vera per andare avanti insieme: il tutto però va digerito e capito dai nove Colonnelli e dal loro Generale. La pace va conquistata da entrambe le parti, senza arroganze e con leali intenzioni. Così non fosse, si delineerebbe la sfiducia e la prima vera frattura in maggioranza, che continuerebbe zoppa del suo Assessore più rappresentativo.